Sarà un weekend caldo per i cicloamatori più nostalgici quello che inizia, da oggi a domenica 24 saranno in molti a puntare il navigatore su Arezzo per uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. Torna L’Ardita, Ciclostorica dell’Alpe di Poti per bici d’epoca che torna con una edizione da record: la quarta. Se il primo anno furono in ottanta a partecipare, infatti, questa volta saranno in cinquecento a dividersi tra i diversi percorsi a disposizione.
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Una corsa fatta per risvegliare passione e ricordi
Condizione imprescindibile per partecipare, ovviamente, la bicicletta: rigorosamente “storica”, o quanto meno vintage, vista la natura della corsa. Una manifestazione “turistico-sportiva” che mira a riunire gli appassionati e a permettere a tutti quanti lo desiderassero di poter sfoggiare i modelli più datati e rivivere le emozioni dei ricordi legati alle sgambate con fratelli, genitori e nonni. “Antiche ma ancora funzionanti”, insomma, non arrugginite e meglio se revisionate, e soprattutto rispondenti a determinate caratteristiche…
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Le biciclette ammesse all’Ardita
A correre saranno infatti bici: da corsa su strada, ciclocross o mtb costruite prima del 1991; dal telaio in acciaio (in alluminio sono ammesse solo ALAN e VITUS con congiunzioni avvitate ed incollate); aventi leve del cambio sul tubo obliquo del telaio (in deroga sono ammessi solo comandi bar-ends di prima del 1980); con pedali muniti di fermapiedi e cinghietti (non è ammesso alcun tipo di sgancio rapido, sono ammessi pedali Cinelli M71); o con ruote montate con cerchi a profilo basso (meno di 20 mm) e almeno 32 raggi. Eccezionalmente anche biciclette con telai in acciaio di nuova costruzione ma con caratteristiche vintage (congiunzioni saldo-brasate) purché assemblate con componentistica d’epoca (cambio, manubrio, pedali ecc.).
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Il percorso, tra Giro d’Italia e valorizzazione del territorio
Ciclisti amatoriali – e in possesso di certificato medico – potranno affrontare il percorso ‘L’Ardita’ di 80 Km. Quello caratterizzato dalla scalata dell’Alpe di Poti, già tappa di Giro d’Italia (appena dedicata dal Comune di Arezzo a Marco Pantani) e oggi valico dotato di un allettante ristoro… Almeno per quanti non vorranno concentrarsi sulla possibilità di tentare la cronoscalata.
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Si parte alle 9:00 dalla Piazza Grande di Arezzo, set da Oscar per “La vita è bella” di Roberto Benigni, per poi lanciarsi verso il Ponte a Buriano – che lega la sua storia alla “Gioconda” e a Leonardo da Vinci – e i panorami più suggestivi di un angolo meraviglioso di Toscana.
Sport e piacere, alla scoperta delle meraviglie locali
Una attenzione al territorio e alle sue bellezze (anche gastroalimentari) è quella che emerge dalle due alternative fornite dall’organizzazione degli Arditi del ciclismo in collaborazione con la Fondazione Arezzo Intour, il Comune di Arezzo e altre realtà locali.
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In primis il percorso ‘Classico’ di 50 Km, adatto ai ciclisti che vogliono scoprire tratti inediti del territorio aretino, spingendosi alla scoperta del Casentino. E senza trascurare il primo percorso ‘Gourmet’ di 30 km, che consentirà a tutti di assaporare i prodotti tipici ammirando il paesaggio – tra strade minori, piste ciclabili e strade bianche prevalentemente pianeggianti – con un ristoro colazione a metà percorso.
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Un fine settimana tutto da scoprire
Prima e dopo le corse, però, l’evento si amplia a includere una serie di appuntamenti collaterali molto interessanti. Imperdibili gli stand di Bicinfiera per la Mostrascambio di bici e ricambi d’epoca e festival del ciclismo Bici e abbigliamento vintage (utile soprattutto per chi non avesse provveduto a trovare una mise adatta e cronologicamente coerente con il mezzo utilizzato). Poi visite guidate, mostre di biciclette d’epoca e fotografiche, la pedalata ‘con le campionesse’, ‘Senza freni’, con i racconti di ciclismo “vissuto e sognato”, la ‘Cena degli Arditi’ di sabato (da prenotare) e gli immancabili sbandieratori. Un programma ricco che potrete trovare online, sul sito dell’organizzazione https://www.lardita.com/.
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