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Maglia rosa, storia di un colore femminile nel ciclismo maschile

Maglia rosa, storia di un colore femminile nel ciclismo maschile

La maglia rosa riscuote da sempre molta curiosità perché è un colore tipicamente femminile indossato platealmente da un uomo all’interno di una competizione sportiva di grande rilievo come il Giro d’Italia.

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Nella competizione la maglia viene indossata dal corridore che arriva prima al traguardo finale di ogni tappa (con record cumulativo). Così si tratta di un colore e di un indumento diventato simbolo di una capacità di prevaricare, anche se in maniera temporanea, l’avversario. Una maglia che ha anche poteri quasi psicologici; autoalimenta il senso di vittoria e fa dare il massimo perché alla fine non ci si trasformi in leader per un giorno solo. 

Ma avete mai pensato a qual è la sua storia?

Ecco per voi con alcune curiosità da scoprire.

Maglia rosa: dove nasce?

A ideare, 22 anni dopo il primo Giro, la maglia è Armando Cougnet, organizzatore e ideatore del Giro d’Italia. L’idea di usare i colori per sottolineare una performance particolare era un’usanza già attiva ai tempi nel Tour de France dove la maglia però era di colore giallo.

Il colore rosa è un omaggio al brand e all’identità della Gazzetta dello Sport che organizza la corsa a tappe da sempre. Tra i campioni che l’hanno indossata almeno una volta Francesco Moser, Vincenzo Nibali, Felice Gimondi e Marco Pantani. Il primo a indossarla? Learco Guerra nel 1931 quando era ancora a collo alto e in lana. Alla maglia sono legati anche aneddoti di fedeltà sportiva. Paolo Savoldelli ha raccontato che nel 1999 si rifiutò di indossarla in rispetto dell’esclusione di Pantani dal Giro.

Alla maglia è dedicato un museo, quello del Ghisallo, dove sono conservate ben 50 icone della storia rosa. In tutto sono 77 le edizioni dove è stata contemplata e i donatori sono sia gregari che corridori illustri.

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2023 11:20

Nel 2018 una piccola rivoluzione. Santini il maglificio che la produceva da 23 anni ha perso la commessa. Dal 2018 al 2021 è la Castelli Cycling a occuparsi del prodotto che nel frattempo diventa sempre più performante. Capite ora perché non si tratta solo di una maglia?

 

 

 

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