The show must go on, coronavirus a parte. Il rinvio della partita clou del weekend, Juventus-Inter, sorprende dopo la decisione di disputare il match scudetto a porte chiuse. Decisione inizialmente presa in virtù dell’annunciata difficoltà a trovare, in calendario, date utili ai recuperi, soprattutto per quelle squadre ancora impegnate su più fronti. Juve e Inter sono l’esempio lampante: entrambe in semifinale di Coppa Italia, la prima agli ottavi di Champions e la seconda agli ottavi di Europa League. In più, la questione rimborsi potrebbe aver inciso, così come la necessità di mostrare un prodotto televisivamente all’altezza fuori dall’Italia. Le porte chiuse, insomma, non avrebbero aiutato dal punto di vista dell’immagine. Certo è che spiazza il rinvio di 5 partite, ma comunque il regolare afflusso di pubblico per match in cui sono coinvolte tifoserie geograficamente vicine alle zone rosse (come Lecce-Atalanta). Una situazione che inguaia l’Inter che a maggio, tra campionato e coppe, potrebbe avere un calendario di fuoco con 9 partite in meno di trenta giorni.
Gli interisti: “Ci costringono a uscire dalle Coppe”
Ovviamente, sui social si è riversata l’ira dei tifosi dell’Inter. “Ci costringono a uscire dalle coppe”, è uno dei tweet in risposta alla comunicazione ufficiale della società nerazzurra. Sì, perché Juventus-Inter si recupererà mercoledì 13 maggio, alla vigilia della penultima giornata. Questo perché gli ultimi due turni devono essere disputati in contemporanea, e a parità di partite pregresse giocate.
La designazione del 13 maggio fa slittare di una settimana la finale di Coppa Italia, ora fissata al 20 maggio. La sede però è incerta: la Uefa ha infatti bisogno di avere a disposizione lo stadio Olimpico di Roma da lunedì 18 maggio per l’imminente Euro 2020 (il torneo partirà il 12 giugno, ma la location va allestita per tempo: tanto che nell’ultima di campionato le due romane giocheranno entrambe in trasferta), quindi si dovrà trovare un nuovo impianto per la finalissima: molto probabilmente si giocherà a San Siro.
Con questo nuovo calendario, però, l’Inter rischia di dover giocare otto gare in 24 giorni qualora andasse avanti sia in Europa League sia in Coppa Italia. Nove, contando il recupero con la Sampdoria ancora pendente (i blucerchiati poi dovranno giocare, forse, anche l’altra partita a rischio rinvio, quella col Verona).
Ecco cosa succederebbe in caso di finale di Coppa Italia ed Europa League:
3 maggio – Inter-Fiorentina
7 maggio – Eventuale ritorno semifinale di Europa League
10 maggio – Genoa-Inter
13 maggio – Juventus-Inter
17 maggio – Inter-Napoli
20 maggio – Eventuale finale di Coppa Italia
24 maggio – Atalanta-Inter
27 maggio – Eventuale finale di Europa League
Data ancora da fissare – Inter-Sampdoria
Marotta: “Sono preoccupato per l’Inter”
“Come cittadino, essendo una situazione di emergenza, ho grande rispetto dei provvedimenti a tutela della salute di tutti, ma da dirigente sportivo sono molto preoccupato, soprattutto guardando a un calendario tanto compresso di impegni”. Queste le parole di Giuseppe Marotta, che attende le decisioni del consiglio dei ministri: “Se si prorogherà il blocco fino all’8 marzo mi chiedo come riusciremo a gestire alcune partite della prossima giornata, che vedono coinvolte squadre impegnate in Europa come nel caso di Atalanta-Lazio, Inter-Sassuolo o Bologna-Juventus”.
Insomma, non si esclude che possa saltare anche la prossima giornata. “Come Inter abbiamo chiesto una assemblea di Lega perché i temi da discutere sono tanti e delicati e devono salvaguardare l’equilibrio e la competitività del nostro campionato. Bisogna adottare un criterio univoco e armonioso. Le porte chiuse? La gara con il Ludogorets è stata un’esperienza surreale, non bella, che penalizza i tifosi, ma c’è un’emergenza e dobbiamo portare avanti il campionato. Hanno parlato di porte chiuse come sacrificio necessario e sinceramente non vedo alternative possibili”.
E poi, la proposta di una riduzione a 18 squadre della Serie A: “Di certo la cosa poteva essere risolta prima, senza arrivare a decisioni dell’ultimo momento. Tutto poteva essere gestito meglio. Mi chiedo se abbia senso avere la Serie A a 20 squadre, sono favorevole a una riduzione a 18. Questa situazione straordinaria ci deve fare riflettere, anche per il prossimo anno sarebbe opportuno lasciare spazi infrasettimanali liberi”.