Dopo il caso Suso, nel Milan scoppia anche il caso Lucas Paquetà, non convocato da Pioli. Il brasiliano ha chiesto, e ottenuto, di non essere inserito nella lista dei giocatori in partenza per la trasferta di Brescia, valida per l’anticipo della 21/a giornata di Serie A. Poco sereno per la scarsa titolarità, e distratto dalle voci di mercato, il centrocampista verdeoro sembra non essere in grado di fronteggiare la pressione che comporta la maglia rossonera. Finito in panchina, rischia di perdere anche la Seleçao.
E insieme a Suso potrebbe riuscire a fare i bagagli prima della chiusura della sessione di mercato. Se si considera anche Piatek, Pioli ha in panchina tre giocatori dal valore complessivo di 85 milioni. O meglio, da cui la società intende ricavare 85 milioni: 35 da Paquetà, 30 da Piatek e 25 da Suso. Non resta che trovare gli acquirenti.
Paquetà, tachicardia e voglia di Psg
Le avvisaglie c’erano già state domenica scorsa, dopo la vittoria con l’Udinese firmata da Rebic in pieno recupero. Se sugli spalti i tifosi sono esplosi di gioia, Paquetà ha denunciato un episodio di tachicardia che gli è valso un controllo alla clinica “La Madonnina”, dove solitamente i nuovi acquisti svolgono le visite mediche di rito prima della firma sul contratto. Gli esami hanno escluso problemi cardiaci e il brasiliano è tornato ad allenarsi con i compagni. Lo ha fatto anche giovedì, prima della richiesta di essere escluso dai convocati per la partita col Brescia.
Una scelta che sottolinea il momento di fragilità mentale che sta vivendo il centrocampista, evidentemente non in grado attualmente di gestire la pressione che grava su chi indossa la maglia del Milan, a prescindere dalla posizione in classifica. Mercoledì anche il suo procuratore è stato visto in sede, per fare il punto. Il Psg di Leonardo, che ha portato Paquetà in rossonero, sembra essere l’unica vera pretendente. Il problema è che il club meneghino chiede 35 milioni, mentre i francesi al momento si sono fermati a 25. Troppo pochi secondo la dirigenza del Milan, che un anno fa ne ha pagati proprio 35.
Pioli e la missione recupero
Dopo aver tirato fuori dal cilindro Samu Castillejo e Ante Rebic, decisivi ultime due gare vinte contro Spal (Coppa Italia) e Udinese (campionato), Stefano Pioli prova a lavorare per recuperare anche Paquetà. O, almeno, così pare dalle parole pronunciate dal tecnico nella conferenza stampa della partita col Brescia: “Secondo me deve avere la convinzione di essere un giocatore completo che deve giocare di qualità e quantità, deve diventare più determinante nella fase conclusiva, o fai gol o lo fai fare. Ha fatto bene per impegno, è mancato nelle cose dove uno come lui deve trovare la giocata vincente”.
Da affare a flop: i numeri di Paquetà
L’ultima partita che Paquetà ha giocato da titolare (in tutto sono state otto) risale a fine novembre: pareggio contro il Napoli, a San Siro. Poi 11 minuti col Bologna, circa 30 con il Sassuolo, 5 con la Samp e due panchine di fila con Cagliari e Udinese. Complessivamente, 727 minuti. Dopo il buon impatto nella seconda parte della scorsa stagione, ora il brasiliano sembra un flop.
Il Milan dovrà decidere cosa fare. Aspettare l’offerta giusta del Psg, per evitare una minusvalenza, o accontentarsi di qualche milione in meno, dato che sembra proprio che Paquetà non voglia più vestire il rossonero? O ancora: provare a convincerlo a restare fino a fine stagione per essere poi ceduto con più calma in estate? Mandarlo in prestito per sei mesi? Promettergli più spazio? Dubbi, tanti e in contraddizione. Di certo c’è che il cambio di modulo successivo all’arrivo di Zlatan Ibrahimovic, con l’abbandono del trequartista e la riproposizione del più classico dei 4-4-2, sembra escludere la possibilità che il numero 39 possa tornare a essere importante per Pioli. Così come non sembrano esserci le condizioni per uno scambio con Bernardeschi, in uscita dalla Juventus.
Effetto Caldara: out al Milan, poi subito in campo
C’è infine un altro elemento da prendere in considerazione, ossia i ricorrenti infortuni e acciacchi che perseguitano alcuni giocatori del Milan, puntualmente svaniti una volta ceduti ad altre squadre. È successo a Mattia Caldara: quasi sempre in infermeria durante la sua permanenza all’ombra del Duomo, per Pioli non era ancora pronto a giocare. Tornato all’Atalanta è stato immediatamente schierato da Gasperini. È successo a Fabio Borini, finito nel dimenticatoio e in gol all’esordio con la maglia del Verona. Se l’aria di Milanello è diventata irrespirabile per alcuni, i tifosi rossoneri possono consolarsi con la rinascita di Castillejo, Rebic, Bennacer, Conti e Leao. Ibrahimovic avrà tempo per provare a recuperare anche Paquetà?