L’inizio di una nuova era. La Lazio non batteva la Juventus all’Olimpico, in campionato, da 16 anni. “Era il 2003, io giocavo ancora”, precisa Simone Inzaghi a fine partita. La sua squadra vince 3-1 con i campioni in carica. Il momento è magico, e lo si vede dal pubblico: 65mila persone. “Nemmeno al derby”, scrivono sui social alcuni tifosi. Che, adesso, iniziano a bisbigliare la parola ‘scudetto’.
Dopo la tornata di anticipi, delle prime quattro vince solo la Lazio, che si porta a cinque punti dall’Inter e a tre dai bianconeri, allungando a +4 sulla Roma. In campionato, Inzaghi sta compiendo un miracolo: vince ininterrottamente dal 27 ottobre, 1-2 a Firenze. Poi ha battuto Torino, Milan, Lecce, Sassuolo, Udinese e Juventus: 20 gol fatti, 6 subiti. Contro Ronaldo e compagni, l’unico successo arrivato senza una rete di Ciro Immobile (che ha sbagliato un rigore).
Inzaghi: “Non dobbiamo accontentarci”
Simone Inzaghi non fa il pompiere. Dopo un 3-1 rifilato alla Juventus, il primo ko dei campioni in carica, ci si aspetterebbe dichiarazioni sul mantenere i piedi per terra e così via. Macché. “Lazio da scudetto? Ora non ci dobbiamo accontentare. Dobbiamo essere ambiziosi. Un mese e mezzo fa i risultati non venivano, ma ero sereno. Ho sempre avuto vicino la società anche quando perdevamo”.
E il pienone sugli spalti suggerisce come anche i tifosi siano carichi a mille: “Vedere così tanta gente deve essere un orgoglio. La vittoria contro la Juventus mancava da 16 anni, era il 2003, quando ancora giocavo. Troppo tempo”. E poi, come è ovvio, a freddo, un passaggio sull’equilibrio: “Qui a Roma è un ambiente particolare, lo stadio ci ha trascinato ma dobbiamo restare sereni sapendo che nel calcio i giudizi cambiano in fretta. Lo scorso anno ci hanno detto che siamo arrivati ottavi. La classifica si sta delineando. Dobbiamo essere molto contenti, consapevoli che bisogna avere equilibrio”.
Scartato dalla Juventus
La Juve lo segue da anni, ma gli è mancato il coraggio di affidarsi a un allenatore molto giovane, sin qui all’opera in un solo club (comunque con risultati incredibili, dato che è stato l’unico a rosicchiare qualche trofeo alla Vecchia Signora). In estate, dopo l’addio di Massimiliano Allegri, sembrava che potesse toccare a lui. Il suo nome però è stato scartato quasi subito, soprattutto dai tifosi che sognavano Pep Guardiola. Sfumato il catalano, forse mai veramente trattato, la società ha deciso di accaparrarsi l’allenatore a lui più simile tra quelli disponibili. Maurizio Sarri in effetti aveva fatto bene a Empoli e a Napoli. Col Chelsea aveva appena dimostrato di poter vincere in Europa (League).
E così Inzaghi è rimasto a Roma, con i suoi pezzi da 90: Immobile, Luis Alberto, Milinkovic Savic. Pochi innesti, ma forse il segreto oggi è proprio questo. Far vedere a tutti che si sono sbagliati. Che questa Lazio può dire la sua in campionato, anche nella corsa scudetto. I biancocelesti hanno il secondo miglior attacco (36 reti, 17 segnate da Immobile. Solo l’Atalanta con 37 ha fatto meglio) e la seconda miglior difesa (15, come Juventus e Roma: l’Inter guida a 13). E adesso Simone Inzaghi, scartato durante i casting, è la seconda spina nel fianco della Vecchia Signora. L’altra, ovviamente, è Antonio Conte.
Sarri: “Rosso esagerato. Lazio da scudetto”
“La Serie A è cresciuta”. Questo è il concetto che Maurizio Sarri sottolinea a fine gara. Una Juventus così in difficoltà non si vedeva da anni. Ci vuole tempo, ma anche equilibrio. Il centrocampo è in sofferenza per i tanti infortuni, davanti manca un jolly a partita in corso come Douglas Costa e, soprattutto, sabato i bianconeri sono rimasti in dieci su uno dei campi più difficili del torneo.
“Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, il nostro demerito è stato il gol concesso proprio allo scadere, perché il secondo tempo è stato condizionato da episodi sfavorevoli. In parità numerica abbiamo fatto bene. Sul rosso a Cuadrado non abbiamo rispettato le consegne: Dybala doveva essere sulla palla e Bernardeschi doveva essere centrale al limite dell’area. Era giusto il giallo, non ho visto una chiara occasione da gol: Lazzari era a 40 metri dalla porta e andava verso l’esterno. Per lo scudetto c’è anche la Lazio, oltre a noi e all’Inter. Noi sicuramente possiamo fare meglio”.
Sarri, stessi punti del ‘primo’ Allegri
Come sta andando la Juventus di Sarri rispetto a quella di Allegri? L’ex allenatore negli ultimi cinque anni ha sempre vinto lo Scudetto, ma solo nelle due gestioni più recenti ha fatto meglio del tecnico attuale, fotografando la situazione alla 15esima giornata.
Sì, perché Sarri oggi ha conquistato 36 punti, proprio come il primo Allegri (che poi vinse con 87 punti, +17 sulla Roma seconda). L’ex Milan ha iniziato male la stagione successiva, ottenendo 27 punti ma facendo un girone di ritorno incredibile (chiuso a 91, +9 sul Napoli). Stagione 2016-17: ancora 36 punti dopo 15 giornate (91 alla fine, +4 sulla Roma). Campionato 2017-18, invece, con un piccolo miglioramento: 37 punti, 95 quelli totali dopo l’ultima giornata (+4 sul Napoli di Sarri). Infine, l’anno scorso: 43 punti, con 14 successi e un solo pareggio, ma “solo” 90 a fine campionato (comunque 11 di vantaggio sul Napoli di Ancelotti).