Napoli, l’attesa si allunga e l’allarme cresce. Romelu Lukaku non rientrerà né contro la Lazio né contro l’Inter: serviranno ancora due o tre settimane, nella migliore delle ipotesi. Il centravanti belga è fermo da quattro mesi e la sua situazione condiziona inevitabilmente anche le scelte di mercato dei partenopei, a partire dal destino di Lorenzo Lucca.
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— Chiamarsi Bomber (@ChiamarsiBomber) December 31, 2025
Il 14 agosto, in ritiro, quello strappo improvviso ha aperto una ferita lunga e complicata. La diagnosi – lesione di alto grado del retto femorale della coscia sinistra – si è trasformata in un incubo. Quasi 140 giorni dopo, Lukaku è ancora lontano dal campo. Il periodo di lavoro in Belgio con il proprio staff aveva riacceso una speranza, poi svanita: il rientro resta prematuro e forzare è escluso. (continua dopo la foto)

Il Napoli non fa previsioni. A Castel Volturno prevale la prudenza, perché i mesi sono già diventati quattro e mezzo e il rischio è di superare i cinque. Un’assenza che ha cancellato quasi un intero girone d’andata e la vetrina della Champions League.
Il problema non è solo sanitario. Lukaku, Lukaku no, Lukaku forse: questa incertezza pesa sulle strategie di gennaio. L’idea del club era affiancare un altro attaccante a Hojlund e consentire a Lucca di trovare spazio altrove. Ma senza certezze sui tempi di recupero del belga, ogni decisione resta sospesa.
A centrocampo la situazione è più gestibile. Anguissa accelera verso il rientro, Lobotka e McTominay garantiscono continuità, Elmas si è detto disponibile a coprire più ruoli. Quando il camerunense tornerà, le rotazioni torneranno accettabili. Davanti, invece, no.

Il mese di gennaio porta con sé otto partite ravvicinate e una finestra di mercato da gestire a saldo zero. De Laurentiis, Manna e Conte devono decidere in fretta, incastrando esigenze tecniche e conti. La Roma ha un Dovbyk in esubero, ma ogni riflessione passa da una domanda chiave: quando potrà tornare Lukaku e con quale affidabilità?
Il resto è rumore di fondo. Voci, suggestioni, anche dall’estero, da rimandare all’estate. Oggi la realtà è una sola: il Napoli aspetta Big Rom, che ascolta il proprio corpo e una ferita che continua a farsi sentire. Anche i grandi soffrono. E, intanto, l’ansia cresce.
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