Battaglia vera o semplice esibizione? La risposta sta nel punteggio e, soprattutto, nei passaggi decisivi del match. Nick Kyrgios batte Aryna Sabalenka 6-3, 6-3 in poco più di un’ora, al termine di una partita nervosa, spezzettata, ricca di break e cambi di inerzia. “Poteva finire in qualsiasi modo”, dice l’australiano a fine gara. Guardando l’andamento, però, la sensazione è che Kyrgios abbia saputo scegliere quando alzare il ritmo.
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— Tie Break (@tiebreakchannel) December 29, 2025
Nel primo set si arriva sul 3-3 dopo sei break complessivi. Poi Kyrgios cambia passo, vince tre game consecutivi e chiude 6-3. Nel secondo è Sabalenka a scattare meglio, avanti 3-1, ma anche qui Nick ritrova energie e lucidità: cinque game di fila e match in archivio, ancora 6-3.
A incidere sono state anche le regole ad hoc: niente seconda di servizio e campo ridotto dal lato della bielorussa. Dettagli non secondari, che hanno reso il confronto più equilibrato e imprevedibile, ma che non cancellano l’impressione di fondo. Kyrgios, pur non al top della condizione, è sembrato in grado di gestire il match, soprattutto nei game decisivi, accelerando quando serviva davvero.
Sabalenka, dal canto suo, ha lottato, giocato punti di alto livello e mostrato una condizione fisica superiore a quella dell’avversario. Esce sconfitta, ma non ridimensionata.
La numero uno del ranking non si nasconde: “Vorrei una rivincita. Ho giocato ad alto livello e posso fare ancora meglio”. Parole che lasciano aperta la porta a un possibile seguito. Perché se il risultato ha premiato Kyrgios, lo spettacolo e la curiosità hanno dominato la scena.
La “battaglia dei sessi” si chiude con una vittoria netta dell’australiano, ma anche con una promessa. E la sensazione che questo esperimento, tra provocazione e tennis vero, non sia destinato a restare un episodio isolato.