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Atalanta-Inter, Chivu avverte: “Sfida ostica, serve coraggio. Calhanoglu ci sarà”

Atalanta-Inter apre un mese decisivo per la squadra di Cristian Chivu, tra campionato e Champions League. A Bergamo i nerazzurri difendono il primato contro la Dea di Palladino, primo ostacolo di un tour de force che può indirizzare la stagione. Ma nella vigilia, più delle scelte di formazione, a colpire sono le parole del tecnico su Davide Frattesi. Parole nette. Senza ambiguità.

Chivu è stato chiarissimo: Frattesi esterno non è mai stata un’opzione. Nessun equivoco tattico, nessuna bocciatura mascherata. “Non ho mai pensato a questo. A Davide non abbiamo mai pensato come estern”», ha spiegato il tecnico nerazzurro, chiarendo che gli esperimenti sulle corsie hanno riguardato Carlos e Diouf, non l’ex Sassuolo. (continua dopo la foto)

Frattesi è stato provato sotto punta, poi ha giocato meno “per vari motivi”, sui quali Chivu sceglie di non entrare: “Alcune cose non posso raccontarle”. Un’affermazione che ovviamente solleva discussioni e la curiosità di comprendere cosa possa essere successo fra l’allenatore e il giocatore: l’utilizzo ridotto di Frattesi, forse, non sarebbe legato solo a un cambio di ruolo forzato o a una valutazione tecnica negativa.

Sulla fascia destra, oggi, l’Inter ha Luis Henrique, che non convince la critica e i tifosi ma che Chivu, pur ammettendo ancora alcuni problemi di adattamento, valuta “discretamente bene”. Mentre Diouf, apparso in crescita da un punto di vista soprattutto di convinzione, viene visto come opzione a gara in corso per il suo impatto fisico e la capacità di puntare l’uomo.

Una valutazione corretta, quella di Chivu, che al di là di tutto mostra ancora una volta come gli acquisti della società quest’estate siano stati deficitari. C’era bisogno di un centrocampista con determinate caratteristiche e Diouf di sicuro non lo è, così come non sembra in grado di giocare in mediana in un campionato tattico come quello italiano. E infatti Chivu cerca di trasformarlo in un esterno.

Guardando alla partita, l’allenatore nerazzurro non sottovaluta l’Atalanta, anzi. “È sempre stata una sfida ostica, al di là della guida tecnica”, ha detto, sottolineando come con Palladino i bergamaschi abbiano trovato continuità e stimoli. (continua dopo la foto)

L’Inter dovrà essere brava e coraggiosa, accettare l’intensità della Dea, cercare la verticalità e vincere le seconde palle. Sul fronte infermeria arriva una buona notizia: Calhanoglu ci sarà. Sta bene, si è allenato in modo soddisfacente ed è a disposizione. Quanto a Josep Martinez, che ha dato buoni segnali in Supercoppa, Chivu ha intenzione di schierarlo più avanti, ma Sommer resta il titolare.

Sul mercato, linea coerente: niente messaggi indiretti ai giocatori. “Parlarne ora significherebbe mancare di rispetto a chi ho“. Una posizione intelligente e rispettosa di chi fa parte della rosa, pur restando evidente che la squadra (anche in seguito al grave infortunio di Dumfries) avrebbe bisogno di almeno un paio di rinforzi.

Inter, il “mistero” Frattesi

Chivu, per quanto riguarda il campo, torna più volte sul concetto chiave: osare. Migliorare non solo nel gioco, ma nella responsabilità individuale e collettiva. “Non dobbiamo sempre fare le cose belle“, ha spiegato, “a volte serve aggiungere altro”: cioè più cattiveria.

Sugli scontri diretti, nessun alibi: l’Inter deve essere più forte di frustrazioni e ingiustizie, uscire dalla comfort zone e accettare il processo di crescita, anche quando non è immediato. Infine, un passaggio personale che spiega molto del Chivu allenatore. Critica e autocritica sì, ma in faccia, nello spogliatoio. Rispetto dei giocatori, senza rinunciare alla verità.

“So chi sono e cosa posso portare. Ho una dignità che non è in vendita”. Parole che raccontano un tecnico consapevole, in una fase delicata ma stimolante. E dentro questo quadro, il parziale chiarimento su Frattesi pesa. Perché dice che il problema non è il ruolo, ma non chiarisce fino in fondo quali sono i problemi fra Mister e giocatore. Il resto, come sempre, lo dirà il campo.

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