L’Italia Under 17 ha raggiunto per la prima volta nella sua storia la semifinale dei Mondiali di categoria, un traguardo che ha spostato l’attenzione su un gruppo in crescita e che fa ben sperare per il nostro futuro. A guidarlo è stato Massimiliano Favo, che ha raccontato in un’intervista a Fanpage.it la crescita dei suoi ragazzi. La corsa si è fermata contro l’Austria, ma il valore dell’esperienza resta enorme.
Il Portogallo si è laureato campione del mondo al termine del torneo iridato Under 17. Decisivo il gol di Cabral, che ha steso l’Austria nella finalissima.
— The Shield Of Sports (@TSOSports1) November 28, 2025
Gli Azzurri di Massimiliano Favo completano il podio con il successo ai rigori contro il Brasile.#TSOS #Italia #U17WC pic.twitter.com/L5rnY0wgtC
Favo ha spiegato come la continuità sia stata la chiave di tutto. Molti giocatori li aveva selezionati già dall’U15, un percorso che ha permesso di colmare la mancanza di tempo tipica del lavoro dei Commissari Tecnici. “Questo gruppo è insieme da anni” ha ricordato, sottolineando quanto la semifinale arrivi dopo un lungo cammino. Il rimpianto? La gara con il Portogallo, che a maggio aveva negato all’Italia la finale dell’Europeo solo ai rigori.
Alla domanda su come si riconosca un talento a 15 o 16 anni, Favo ha parlato di variabili infinite: fisico, tecnica, carattere, emotività e gestione da parte dei club. Il salto nel calcio dei grandi arriva solo se, oltre alle qualità, c’è una forte personalità e una voglia costante di migliorarsi.
Secondo Favo l’obiettivo delle giovanili è far confrontare i ragazzi con un livello internazionale superiore. “Il presente calcistico è globalmente livellato verso l’alto”, ha spiegato, ricordando come squadre considerate minori, come Uzbekistan e Burkina Faso, abbiano eliminato nazionali storiche: Belgio, Argentina, Inghilterra, Francia, Germania. Per questo l’Italia non ha mai sottovalutato nessuno nel percorso.
Il tecnico ha ammesso che resta inspiegabile il divario tra i risultati delle giovanili e quelli della Nazionale maggiore. Una possibile risposta è la pressione: nei grandi campionati si rischia meno e si dà poca pazienza ai giovani. “I ragazzi sbagliano e vanno attesi“, ha detto con decisione.
Italia U17, il futuro è qui
Il Mondiale ha lasciato alcune certezze: un movimento giovanile valido, che però va perfezionato con l’aiuto dei club. Favo ha sottolineato che l’esperienza internazionale rappresenta un patrimonio anche per le società, che dovrebbero riconoscere il valore dei propri ragazzi. “Torniamo a casa con un bagaglio enorme“, ha spiegato.
Sul tema dei giovani che scelgono l’estero, Favo ha citato Samuele Inacio e Luca Reggiani, ora al Borussia Dortmund. Crescere fuori dall’Italia può accelerare la maturazione personale, anche se il lavoro fatto da Atalanta e Sassuolo su quei ragazzi era già solido.
Il messaggio finale di Favo è diretto: i giovani italiani hanno talento e mentalità. E non dovrebbero essere oscurati dall’entusiasmo che spesso accompagna l’arrivo degli stranieri. “I nostri ragazzi valgono come e più degli altri“, ha ribadito, invitando club e tifosi a guardare la qualità che il movimento azzurro sta producendo.
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