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Juventus, per Spalletti torna “l’incubo Norvegia”: gara decisiva con il Bodo Glimt

Juventus, l’incubo Norvegia torna a preoccupare Luciano Spalletti. Sei mesi fa, poco meno, a Oslo arrivò il disastro della sua Nazionale: l’Italia travolta 3-0, Haaland devastante, qualificazioni mondiali in salita e, in seguito, l’esonero. Oggi, da allenatore della Juventus, per Spalletti in Champions ci sarà un avversario che profuma di déjà-vu: il Bodo Glimt.

Quella notte norvegese ha lasciato cicatrici profonde. L’ex ct azzurro finì all’angolo, e venne esonerato già prima di scendere in campo contro la Moldova a Reggio Emilia, quando fu costretto a gestire una Nazionale svuotata, l’ombra di sé stessa dopo gli Europei del 2024. Da lì l’uscita dai radar della Figc e un periodo professionale tra i più complicati.

Ora il Bodo non è la Nazionale, ma resta un ostacolo piuttosto ostico. È una squadra che negli ultimi otto anni è cresciuta in modo impressionante, costruendo un’identità forte attorno ai un gruppo di “ragazzi del Nord”, gente abituata a muoversi in un contesto ambientale che per molti può diventare proibitivo.

Il Bodo non ha Haaland, vero. Ma ha intensità, ritmo, organizzazione e un campo sintetico che per chi arriva dall’Italia è un’insidia in più da affrontare. Sul sintetico, al freddo e sotto le folate di vento, la Juventus rischia più di quanto dica il valore tecnico delle due squadre.

Ecco perché Spalletti è chiamato a una prova di maturità, con una squadra che finora ha mostrato qualità a intermittenza. Questa Juventus deve evitare di perdere altri punti nel cammino della nuova Champions League, e il tecnico lo sa bene: il ricordo di Oslo è un richiamo continuo, fastidioso, difficile da archiviare.

Superare il Bodo non restituirebbe a Spalletti ciò che ha perso lungo la strada azzurra, ma sarebbe una spinta forte per uscire da quel meccanismo mentale che lui stesso ha definito come “iniettarsi il veleno”. La ferita norvegese brucia ancora, e forse non smetterà presto. Ma un passo deciso in avanti può aiutare a dare una svolta decisiva al suo percorso bianconero.

Sei mesi dopo, o poco meno, eccoci dunque di nuovo qui: stesso freddo, stessa atmosfera, ma pensieri un po’ diversi. Punto in comune, non si può sbagliare partita. Sta a Spalletti trasformare i bianconeri per permetta alla sua squadra di voltare pagina.

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