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Roma-Lille, tre rigori sbagliati all’Olimpico: un finale surreale in Europa League

Clamoroso quanto accaduto allo Stadio Olimpico nel finale di Roma-Lille, gara valida per la seconda giornata di Europa League. All’80’ la squadra giallorossa ha avuto l’occasione di passare in vantaggio grazie a un rigore concesso dopo il check del Var per un fallo di mano di Mandi in area.
Sul dischetto si è presentato Dovbyk, che ha calciato male sulla sinistra del portiere Ozer, bravo a respingere. L’arbitro belga Lambrechts ha però ordinato la ripetizione: un giocatore del Lille era entrato in area prima del tiro.

La serie di errori dal dischetto

Secondo tentativo ancora per Dovbyk, che ha scelto la stessa direzione del primo tiro. Risultato identico: parata di Ozer. Ma anche in questo caso il direttore di gara ha fatto ripetere, poiché il portiere francese non aveva entrambi i piedi sulla linea al momento della battuta.

A quel punto dagli undici metri si è presentato Soulé, ma anche l’argentino si è fatto ipnotizzare dal portiere avversario. Tre rigori concessi consecutivamente, tre errori clamorosi in pochi minuti: un evento rarissimo nelle competizioni europee.

ROME, ITALY – OCTOBER 02: Matias Soule of AS Roma reacts after a missed penalty during the UEFA Europa League 2025/26 League Phase MD2 match between AS Roma and LOSC Lille at Stadio Olimpico on October 02, 2025 in Rome, Italy. (Photo by Silvia Lore/Getty Images)

Il precedente in Serie A nel 1984

Un episodio molto simile era già accaduto all’Olimpico, ma oltre quarant’anni fa. Il 21 aprile 1984, in campionato, la Lazio si rese protagonista di un record negativo nella sfida contro il Napoli. In quell’occasione furono tre i rigori falliti: due calciati da Bruno Giordano (entrambi respinti da Castellini) e uno da Vincenzo D’Amico, che calciò direttamente a lato.

Una serata che resterà negli annali

Il finale di Roma-Lille verrà ricordato come uno degli episodi più incredibili della storia recente del calcio europeo. Tre rigori concessi, tre errori consecutivi e lo stesso palcoscenico, l’Olimpico, che quarant’anni fa aveva già assistito a una vicenda pressoché identica.

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