
Nel caso Garlasco, oggi più che mai al centro del dibattito giudiziario e mediatico, si leva forte e chiara la voce dell’avvocata Angela Taccia, difensore e storica amica di Andrea Sempio, l’uomo recentemente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. In un’intervista rilasciata al settimanale Oggi, la penalista racconta la loro amicizia nata da adolescenti e mette in gioco tutto, anche la sua carriera: «Se Andrea è colpevole, smetto di fare l’avvocato».

Una difesa senza riserve: “Se ha ucciso, lascio tutto”
«Andrea Sempio è innocente. Se ha ucciso Chiara Poggi, io smetto di fare l’avvocato e mi ritiro sulle montagne». Con queste parole nette e senza esitazioni, Angela Taccia prende posizione sul caso che ha sconvolto Garlasco e che, dopo anni di sentenze e polemiche, ha riaperto uno squarcio giudiziario attorno a un nuovo indagato. Taccia non è solo uno dei due avvocati di Sempio: è una persona che lo conosce da quando erano adolescenti.
«Ci siamo conosciuti ad Halloween del 2005, avevo 16 anni. Mi portò a Garlasco il mio fidanzato di allora, Alessandro Biasibetti», racconta l’avvocata. Quel gruppo di amici — tra cui Marco Poggi, fratello della vittima, e lo stesso Andrea Sempio — divenne presto il suo ambiente. Sabati trascorsi insieme, birre al pub Punto Zero, momenti di crescita e complicità.

“Era gentile anche con un grillo”: il profilo intimo di Sempio
Il ritratto che Angela Taccia traccia di Andrea Sempio è lontano anni luce da quello di un possibile assassino. «Era un ragazzo particolare, certo, con i capelli lunghi, le magliette metal e gli anfibi. Ma era anche uno che usciva dai locali chiedendo ‘permesso’ e ‘scusi’. Una volta, rimase indietro per aiutare un grillo in difficoltà».
E ancora: «Notava le formiche in fila e ci diceva di non calpestarle. Non sopportava la violenza, si turbava se due si azzuffavano fuori da un locale». È su questa immagine che Taccia costruisce la sua difesa: un Andrea attento, empatico, incapace di far del male. In un periodo difficile della sua vita, tra il 2009 e il 2010, racconta di essersi allontanata dagli amici. «Andrea mi scrisse: ‘Come mai non mi rompi più le scatole? Qualcosa non va?’. Nessun altro se n’era accorto. Mi aiutò in tutti i modi».
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