
La storia di Dele Alli sembra la sceneggiatura di un film diretto da un regista molto fantasioso. Invece è tutto vero, ed è lui stesso a raccontarne alcuni particolari davvero unici (e drammatici). Il suo è stato un talento sbocciato in mezzo al nulla, dopo un’infanzia da incubo, un’esplosione fulminante sui campi da gioco e poi una caduta quasi inspiegabile.
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— Persemprecalcio (@persemprecalcio) July 31, 2025
Una storia che registra anche tentativi di rinascita, come l’ultimo, a Como, che però oggi pare già destinato a concludersi in un nulla di fatto. Quella che sembrava una nuova occasione rischia di chiudersi con soli 9 minuti giocati, con l’addio a un passo. E forse non solo dalla società lariana.
Era gennaio scorso quando Dele Alli firmava con il Como un contratto di 18 mesi con opzione per un altro anno. A credere in lui c’era Cesc Fabregas, deciso a rilanciare un talento che sembrava uscito dal radar del calcio che conta. Alli partì con entusiasmo per il ritiro invernale in Andalusia, accogliendo con serietà e umiltà la sfida: tornare a fare il calciatore. (continua dopo la foto)

Ma tutto è cambiato il 10 marzo 2025. A San Siro, contro il Milan, il Como gioca una grande partita. È un pomeriggio importante, e la squadra domina e mette sotto i rossoneri. Ma lo stesso, va sotto per 2-1. A quel punto, all’81esimo, entra Alli: debutto in Serie A, rientro dopo 743 giorni di assenza dai campi, l’ultima volta in Turchia con il Besiktas. Ma al 91′, la frittata: fallo su Loftus-Cheek, Var, rosso diretto. Nove minuti in campo, tutto da rifare.
Per Dele Alli non è il primo inciampo. E nemmeno il più grave. Le radici della sua inquietudine affondano nei racconti dell’infanzia. In un’intervista shock aveva raccontato: “A sei anni sono stato molestato da un’amica di mia madre, che era un’alcolizzata. A sette fumavo, a otto spacciavo droga nascondendola sotto il sellino della bici. A undici un vicino voleva uccidermi e ha provato a buttarmi giù da un ponte. A dodici sono stato adottato”.
Una vita drammatica, degna di essere raccontata in un romanzo. Una sopravvivenza quotidiana nei sobborghi di Milton Keynes, tra mattoni e disperazione, dove solo il calcio sembrava offrire una via d’uscita. E così è stato, almeno per un po’.
Il primo a crederci fu il Tottenham, che lo acuistò per 6 milioni e lo affidò a Mauricio Pochettino. Lì nacque il miglior Alli, trequartista totale, inserito tra Son, Eriksen e Kane in un tridente che faceva paura. Per lui si scomodavano paragoni pesanti: “Il più forte centrocampista inglese dai tempi di Gascoigne”, diceva Ferguson. Non l’ultimo arrivato. “Per lui il cielo è il limite”, aggiungeva Souness. (continua dopo la foto)

Ma quel cielo Dele l’ha toccato per poco tempo. Dopo il picco, la discesa: problemi caratteriali, rendimento altalenante, prestazioni disastrose, prestiti andati malissimo. Rileggendo la sua storia, non si fa fatica a capire il perché questo ragazzo talentuoso abbia avuto problemi a gestire le sue emozioni.
Ora Dele Alli è fuori rosa al Como, ai margini anche del progetto di Cesc Fabregas. I lariani nel suo ruolo hanno prospetti giovani e di grande avvenire, come Nico Paz e Baturina. Per questo il giocatore medita l’addio al calcio giocato. Resta il sapore amaro di un talento che ha brillato per poco tempo, di una storia incredibile che non trova lieto fine. La speranza è che Dele trovi pace lontano dai campi. Con quello che ha passato, lo meriterebbe davvero.
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