
Doveva essere una semplice visita di rappresentanza, una passerella istituzionale prima dell’esordio americano della Juventus al Mondiale per Club. E invece, l’incontro tra Donald Trump e la squadra bianconera nello Studio Ovale si è trasformato in un siparietto tanto imbarazzante quanto inaspettato. A mettere in difficoltà i presenti non è stato solo il contesto, già insolito di suo, ma le parole pronunciate dall’ex presidente USA, che ha approfittato dell’occasione per affrontare un tema estremamente controverso, completamente scollegato dal calcio.

Trump parla di guerra… con la Juve dietro
Nel cuore dello Studio Ovale, davanti a decine di fotografi e giornalisti, Trump ha aperto l’incontro parlando del delicato scenario geopolitico tra Iran e Israele. Alle sue spalle, schierati come comparse, i calciatori della Juventus ascoltavano in silenzio, visibilmente a disagio. La scena, diventata virale in pochi minuti, mostrava una squadra sportiva in posa dietro un capo di Stato che discuteva di guerra. Una situazione paradossale che ha generato non poco imbarazzo tra i presenti.
La visita della Juventus era legata alla tournée estiva negli Stati Uniti in vista della partecipazione al Mondiale per Club, evento che vedrà i bianconeri affrontare alcune delle squadre più forti del mondo sul suolo americano. Nessuno si sarebbe aspettato che l’appuntamento si trasformasse in un’occasione per affrontare tematiche così delicate, eppure il colpo di scena era dietro l’angolo.
La domanda di Trump che ha gelato tutti
Nel bel mezzo del discorso, Trump ha spiazzato tutti con una domanda diretta e fuori contesto rivolta ai giocatori della Juve: “Avete mai avuto donne in squadra? Una donna potrebbe entrare nella vostra squadra, ragazzi? Ditemelo, cosa ne pensate?”
Le telecamere hanno immortalato le espressioni di Locatelli, Weah e altri giocatori, che si sono scambiati sguardi perplessi, accompagnati da sorrisi nervosi. Nessuno sembrava voler rispondere. Un momento di silenzio, quasi surreale, ha invaso la sala. I presenti cercavano di capire se fosse uno scherzo o una provocazione, ma la determinazione di Trump nel cercare una risposta ha presto dissipato ogni dubbio.
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