
Inter, la ferita di Monaco non si rimargina facilmente per il popolo nerazzurro. E se a rigirare il coltello ci pensa Roberto Boninsegna, allora vuol dire che la delusione è profonda. L’ex attaccante, uno che la maglia la sente ancora addosso, non fa sconti a Simone Inzaghi dopo le rivelazioni sullìaccordo con l’Al Hilal siglato prima della finale di Champions contro il Psg.
#Boninsegna: «#Inzaghi non è stato un professionista» https://t.co/7wI5pARiAK
— CalcioNews24.com (@CalcioNews24) June 18, 2025
“Questa storia tirata fuori dagli arabi è una storia triste. Non da professionisti”, punge Bonimba, senza giri di parole. “Trovo ingiusto che il nostro allenatore alla vigilia di una partita così importante per il mondo nerazzurro avesse già un altro contratto. Non è modo di comportarsi, specialmente se il club tenuto all’oscuro si chiama Inter”.
Nell’intervista concessa a un noto portale sportivo Boninsegna è un fiume in piena. L’ex campione rilancia i dubbi che da giorni circolano tra i tifosi: quell’Inter spenta, piatta, forse già rassegnata, aveva già perso la battaglia nello spogliatoio?
“Il dubbio c’è, ma nessuno può avere la certezza che sia andata così. Di sicuro tra professionisti ci si comporta diversamente. Inzaghi doveva almeno informare per tempo l’Inter. Sapere solo oggi che tutto era stato deciso nei giorni precedenti al match non è giusto”, sbotta ancora Bonimba. (continua dopo la foto)

La precisazione del Ceo dell’Al Hilal – nessuna firma prima della finale – non basta a rasserenare gli animi: “Ma è un dettaglio privo di peso. Conta che lui avesse raggiunto l’accordo, a quel punto vincere o perdere la finale non aveva più importanza: se ne sarebbe andato in ogni caso”.
Non solo stoccate al passato. Boninsegna parla anche di chi resta. A partire da Lautaro Martinez: “La coppia con Thuram è giusta, mi piacciono molto. La fascia da capitano ha ulteriormente responsabilizzato Lautaro che quando interviene pubblicamente lo fa da trascinatore”.
E su Chivu, chiamato a raccogliere un’eredità complicata: “Ci sono ottimi giocatori, ma serve intervenire. Dal centrocampo si deve ripartire: manca un regista vero. Calhanoglu si è adattato ma ha mostrato limiti. E Asllani non è stato una alternativa solida. Barella e Mkhitaryan sono bravissimi, ma nessuno è paragonabile al mio Luisito Suarez. In mezzo al campo serve un orchestratore di quel livello”.
Non manca un passaggio sulla retroguardia: “Sommer è un portiere valido, Martinez un vice affidabile. C’è da fare un innesto nel terzetto difensivo, se restano tutti. E poi davanti servirà un giovane dal vivaio che faccia esperienza dietro due bomber di razza. Con cinque cambi, gloria per tutti”.
Boninsegna non usa mezze misure. E tra rimpianti e speranze, lancia un messaggio chiaro: la Beneamata merita rispetto, dentro e fuori dal campo. Chi non è pronto a onorarla, il messaggio della leggenda nerazzurra, meglio che si faccia da parte.
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