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Djokovic shock: “Vi dico cosa penso di Federer e Nadal, io non dovevo esserci”

Novak Djokovic è sincero, diretto, anche spietato a volte. Come in campo. E ora torna a scavare nei ricordi di una carriera unica e spesso divisiva. Lo fa senza mezze misure nel podcast Failures of Champions, dove racconta i suoi primi anni da “terzo incomodo” tra due giganti come Roger Federer e Rafael Nadal.

“Non sono mai stato amato come loro, perché non avrei dovuto essere lì“, confessa oggi il serbo, 100 titoli ATP e 24 Slam in bacheca. E lo fa con un filo di tristezza, o forse semplicemente di dispiacere.

All’inizio della sua carriera, il tennis mondiale aveva due padroni: uno spagnolo e uno svizzero, l’eleganza di Federer e la furia di Nadal. Djokovic, invece, era l’ospite non invitato, quello che rovinava la festa.

“Mi comportavo in modo arrogante, ero giovane e mi sentivo fuori posto. A molti non piaceva che fossi lì a dire: ‘Diventerò il numero uno’. Mi feriva sentirmi indesiderato, mi chiedevo il perché. Pensavo che, cambiando atteggiamento, avrei conquistato i tifosi. Ma non è andata così“. (continua dopo la foto)

Il primo squillo di Djokovic arrivò il 23 luglio 2006, quando si prese il suo primo titolo ad Amersfoort, un 250 olandese. Ma fu solo un antipasto: nel gennaio 2008, a Melbourne, portò a casa il suo primo Slam battendo Tsonga in finale. Da quel momento, la storia del tennis smise di avere due protagonisti: e nacque un trio di cannibali. A cui saltuariamente si aggiunse Murray.

Djokovic non si è mai accontentato di fare da comparsa. Ha tolto a Nadal diversi scettri sulla terra di Roma e Madrid, battendolo nel suo regno, e ha spezzato i sogni di Federer a Wimbledon ben tre volte, con la finale del 2019 ancora scolpita nella memoria di chi ama questo sport.

Djokovic: “Ero un figlio indesiderato”

Nonostante le battaglie epiche, Nole chiarisce: “Solo perché qualcuno è il tuo rivale più grande non significa che lo odi o che gli auguri il male. Ho sempre rispettato Roger e Rafa, non ho mai detto nulla di negativo su di loro e non lo farò mai“.

A distanza di quasi vent’anni dai primi colpi contro Federer e Nadal, Djokovic si guarda indietro con la consapevolezza di aver resistito più di tutti: “Li ho sempre ammirati e li ammiro ancora oggi. Sono un uomo pieno di difetti, ma cerco di vivere col cuore e di essere me stesso. Non sono mai stato perfetto, ma sono rimasto vero“.

“Fra i due”, rivela poi il campione serbo, “ho sempre avuto un rapporto più stretto con Nadal. C’è sempre stato rispetto reciproco. Abbiamo lottato per imporci, ma alla fine vinceva il migliore, senza rancori“. Oggi, quel figlio indesiderato ha riscritto i numeri del tennis, ha superato i suoi miti e, piaccia o no, si è preso tutto. E forse, adesso, anche l’affetto di chi per anni ha preferito Federer o Nadal.

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