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Milan, quante grane per Tare: tutte le questioni aperte da risolvere

Casa Milan, pomeriggio di fine maggio. Igli Tare varca la soglia del suo nuovo ufficio da direttore sportivo con il passo di chi ha già imparato, a Roma, cosa significhi vivere sotto pressione. Ma stavolta la montagna da scalare è l’Everest rossonero, e lassù ci sono tre grane da risolvere: l’allenatore, i rinnovi, il mercato in uscita. Oltre ovviamente a quello in entrata.

Il dossier più caldo sul tavolo è quello dell’allenatore. Tanti nomi, nessuna certezza. Il Milan arriva in ritardo in un mercato che si muove da tempo: Italiano va verso la conferma a Bologna, Gasperini blindato a Bergamo, Conte diretto a Torino, Allegri sospeso tra Napoli e Inter.

Le opzioni restanti? Mancini in cerca di rilancio, così come Thiago Motta dopo il fallimento in bianconero, De Zerbi che ha rinnovato con il Marsiglia. Farioli non convince, Fabregas è sospeso fra Roma e Como (e la suggestione Inter se Inzaghi dovesse lasciare).

Il problema però non è solo la scelta del nome. È il caos concettuale: si oscilla tra “giochisti” e “pragmatici“, tra scommesse e usato sicuro. Come si può costruire un progetto così? Probabilmente se lo starà chiedendo anche Tare, e proverà a metterci una pezza. Anche se il nome forse più logico e raggiungibile, quello di Sarri, non è più in gioco proprio per i dissidi passati con il nuovo Ds. Anche qui, dunque, mosse un po’ scollegate fra loro. (continua dopo la foto)

Poi c’è il secondo nodo: le cessioni. La mancata qualificazione in Champions crea problemi sul piano economico. Il primo a essere ceduto dovrebbe essere Tijjani Reijnders. Il Manchester City sarebbe pronto a offrire 50 milioni, ma la cifra che potrebbe realmente far vacillare il Milan è 70. Il problema è anche la volontà del giocatore, che a 27 anni avrebbe l’occasione della vita e andrebbe a guadagnare il triplo in Premier, disputando la Champions in una squadra che punterà a vincerla.

Altri sacrificabili? Chukwueze, Thiaw, Musah, ma soprattutto Leao (che non parla, ma ha tolto tutti i riferimenti al Milan sui social ed è corteggiato dal Bayern Monaco) e Theo Hernandez, che però non ha un grandissimo mercato in questo momento. E poi ci sono i ritorni 8o le definitive cessioni) dei prestiti: Kalulu, Pobega, Saelemaekers. In un gioco a incastri, trattenere Reijnders è possibile. Ma non garantito. Difficile che il giocatore rinunci alla Premier.

Il terzo fronte è quello dei rinnovi, e la situazione appare complessa. Theo Hernandez sembra già destinato all’addio, perché non accetterà una riduzione dell’ingaggio e il club non vuole perderlo a zero in estate. Maignan, che aveva un accordo quasi firmato a gennaio, è rimasto scottato dal gelo societario dei mesi seguenti e ora piace allo United.

Milan, per Tare tante patate bollenti

Rafa Leao, sebbene blindato da un contratto ancora lungo, come si diceva ha attirato le sirene del Bayern Monaco. E forse la società non è convinta di puntare ancora su di lui. Pulisic vuole prima capire chi sarà l’allenatore. Come dargli torto? Il Milan lo vorrebbe tenere, ma anche qui la questione è in sospeso.

La verità è che nulla può essere davvero definito senza conoscere il nome del nuovo mister. È la prima mossa sulla scacchiera, indispensabile per un progetto che possa risollevare la squadra dopo una stagione disgraziata. Il Milan non può più permettersi passi falsi o tentennamenti. Serve un allenatore di polso che prenda in mano il progetto.

Igli Tare ha appena iniziato a lavorare ma deve già essergli venuto il mal di testa. Sa che non avrà tempo per ambientarsi. In questa estate di fuoco, ogni errore sarà pagato caro, e i tifosi non hanno più pazienza. Il Milan ha cambiato tanto e raccolto poco. Ora deve cambiare bene e raccogliere in fretta. Al nuovo Ds si chiede tanto, ma Igli è uno che non si spaventa. Società permettendo.

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