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Finale Conference NBA 2025: i protagonisti e chi può fare la differenza

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I Playoff NBA, si sa, sono il pinnacolo del basket mondiale, e le sorprese sono sempre dietro l’angolo: questa edizione non ha fatto eccezione e, anzi, sta regalando serie davvero incredibili. Nella Eastern Conference, per esempio, Cleveland e Boston (classificatesi rispettivamente alla prima e alla seconda poizione in classifica) sono state sorprendente eliminate al secondo turno: ed è così che la finale dell’Est, che tutti pensavano essere Cavaliers-Celtics, sarà invece Indiana Pacers – New York Knicks.

Illustri esclusi anche ad Ovest: nelle Western Conference Finals non ci saranno infatti nè i Lakers di LeBron James e Luka Doncic nè i Denver Nuggets di Nikola Jokic, e nemmeno i Golden State Warriors del trio Curry-Green-Butler. Ad essere arrivati a una delle due anticamere delle NBA Finals sono gli Oklahoma City Thunder e i Minnesota Timberwolves.

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L’eccezionalità di questa edizione può essere riassunta da una curiosità statistica: 3 delle 4 squadre arrivate sino a questo punto non hanno mai vinto un titolo NBA, e la rimanente (i New York Knicks) ha vinto l’ultimo più di 50 anni fa. Ecco cosa potremmo vedere nelle prossime settimane, precisamente a partire dalla notte tra martedì 20 e mercoledì 21 maggio.

New York Knicks vs Indiana Pacers

Indiana vs New York è una sfida che ha il sapore degli anni ’90, quando le due franchigie erano al loro apice e si sono incrociate più volte sulla via verso le Finali NBA. Entrambe le squadre sono arrivate all’atto conclusivo della Eastern Conference da sfavorite: Indiana ha battuto in 5 gare i favoritissimi Cleveland Cavaliers, mentre New York ha eliminato i Celtics campioni in carica con un autorevole 4-2 strappando a Boston il fattore campo con due rimonte di 20 punti in Gara 1 e Gara 2. Se i Pacers si confermano una delle grandi realtà della post-season dell’Est, avendo raggiunto per il secondo anno consecutivo le Finali della Eastern Conference, per New York è la prima volta in 25 anni. E la cosa migliore per lo spettacolo è che, a differenza dell’ultima edizione, entrambe le squadre sono in perfetta salute.

Per superare l’ultimo ostacolo, Indiana deve provare a giocare come ha fatto sino ad ora, cioè in maniera spregiudicata, rapida e senza alcun timore. I Pacers sono eccezionali nel far girare la palla, nel condividere il peso offensivo – lo testimonia il fatto che molto spesso lo scoring si divide equamente tra i titolari – e nel far male in velocità grazie alla guida di Tyrese Haliburton. Sino ad ora hanno perso solo 2 partite nei playoff, la seconda delle quali potrebbe fornire qualche indizio prezioso a coach Thibodeau dei Knicks. In Gara 3, infatti, i Cavaliers si sono disposti con una zona 2-3 all’interno della quale Evan Mobley si è spostato molto in avanti andando nei pressi del portatore di palla, elemento che è riuscito a mandare in panne le tattiche offensive dei Pacers.

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Il problema principale di New York, invece, risiede nella continuità: i Knicks sanno attaccare e difendere ad un livello altissimo, probabilmente migliore in senso assoluto rispetto ai Pacers; semplicemente, lo fanno a corrente alternata. Sia nella serie contro Detroit che in quella contro Boston si sono visti dei veri e proprio blackout in entrambe le fasi di gioco, che spesso sono costati intere partite. Il successo dei Knicks dipende, in sostanza, da quanto e come riusciranno e restare uniti e compatti: il talento è spropositato, così come la capacità di riaprire partite che sembrano tremendamente compromesse. Del resto, solo New York ha il Clutch Player of the Year Jalen Brunson,

Oklahoma City Thunder vs Minnesota Timberwolves

A Ovest la sfida vede frapporsi due dei prossimi volti dell’NBA: Shai Gilgeous-Alexander e Anthony Edwards. Rispettivamente classe 1998 e 2001, questi due giocatori sono già tra i migliori di tutta l’NBA – Shai ne è addirittura il probabile, prossimo MVP – e hanno tutta l’intenzione di guidare le rispettive squadre all’atto finale.

Oklahoma è arrivata alle Western Conference Finals per la prima volta dopo quasi dieci anni e dopo un magistrale percorso che ha portato la franchigia ad aver uno dei roster più giovani e competitivi della lega. Inoltre, la squadra è titolare della miglior difesa di tutta l’NBA, grazie a elementi di eccezionali spessore come Jalen Williams, Lu Dort, Alex Caruso, Isaiah Hartenstein, Cason Wallace e Aaron Wiggins: alcuni analisti hanno già inserito questo team fra le migliori squadre difensive di sempre, e con validissime argomentazioni. Ma questo non significa che i Thunder non siano altrettanto straordinari in attacco: se il leader maximo è senz’altro Shai, gli altri elementi del roster sanno rendersi tremendamente utili sia nella costruzione (Williams) sia nel tiro dal perimetro (Caruso, Joe, Holmgren) che nei pressi canestro (Hartenstein).

I Minnesota Timberwolves hanno la loro guida nel legend killer – come è stato rinominato – Anthony Edwards, un profilo che non ha paura di dire niente a nessuno e soprattutto è in grado di trasformare le sue velenose parole in fatti. E la squadra non è da meno, sopratuttutto per quanto riguarda il sidekick Julius Randle. Dopo un inizio non ottimale, l’ala grande arrivata da New York ha alzato notevolmente il proprio livello, trovando un maggior autonomia nella creazione del gioco e fornendo un contributo più che fondamentale per i successi di Minnesota in questa post-season. Forse c’è meno talento rispetto a OKC, ma Minnesota è stata forgiata da più battaglie ad alto livello e questo potrebbe rivelarsi fondamentale per allargare le crepe che ogni tanto si vengono a formare nel muro di Oklahoma.

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