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100 km nel deserto per l’Ultra Mirage El Djerid

Viene presentata come una sfida a se stessi, una delle più importanti in circolazione, ma l’Ultra Mirage El Djerid è qualcosa di più. D’altronde non sono molte le Trail di 100 km, tanto meno quelle che si svolgono nel pieno del deserto tunisino. L’appuntamento di quest’anno sarà per sabato 28 settembre, quando centinaia di sportivi pronti a mettersi alla prova si cimenteranno con il percorso estremamente variegato che si sviluppa intorno alla splendida Tozeur, nella regione sudoccidentale del Djerid.

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Sempre più Ultra la Mirage di El Djerid

Dopo i 60 partecipanti del 2017 e i 130 dell’anno successivo, in questa edizione della corsa sono attesi circa 300 iscritti. Provenienti da oltre venti nazioni dovranno impegnarsi per battere i record di Mohamed El Morabity (08:48:11) e Elisabet Barnes (10:12:12). Ad assisterli, nella sfida al Sahara, almeno 200 volontari. Indispensabili e posizionati nei cinque checkpoint previsti ogni 15/20 chilometri per assicurare aiuto tecnico, medico o semplicemente rifornimenti, idrici e di frutta e datteri.

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100 km di un tracciato che si snoda tra le località di Ong Jmal, Mos Espa e Tozeur in una gara a tappa unica. Da percorrere in un massimo di 20 ore e attraversando un panorama in continuo cambiamento… Formazioni rocciose, vallate, dune (grandi e piccole), letti di fiumi prosciugati, canyon e il più grande lago salato del mondo: il Chott El Djerid. Un’area che in molti potrebbero riconoscere per esser stata tra le location di film indimenticabili, come Il paziente inglese e vari Guerre Stellari.

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Pionieri e coraggiosi, ci sono anche gli italiani

Ufficialmente riconosciuta da organizzazioni internazionali come la International Trail Running Association (ITRA) e l’Ultra Trail del Mont Blanc, è il suo direttore a dare la definizione definitiva della corsa. “Non solo una lunga Ultra desertica come altre, – dice il fondatore Amir Ben-Gacem, – ma una famiglia, una comunità che condivide i valori del coraggio, del rispetto, della perseveranza e dell’umiltà di fronte a Madre Natura”.

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E se nella prima edizione – dei “Pionieri” – solo in 41 sono riusciti a terminare il compito, nella successiva – dei “BraveHearts”, o dei ‘Cuori impavidi’ – furono in 90… Compresi gli italiani Maddalena Lanzilotti (ottava nella classifica femminile e seconda atleta italiana con il crono di 16h07’50″) e Indro Neri. “Volevo conoscere i miei limiti – racconta il reporter di una nota rivista di settore. – È stato incredibile. Ci sono maratone più lunghe, ma correre in un paesaggio come questo e farlo da soli, godendo del silenzio e del suono del vento, è una esperienza unica”.

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100 km per runner Feroci

Che nel 2019 – con il titolo di “Fierces Minds” – assicura tanto la generosità della gente del posto e la diversità e la bellezza dello stesso. E si prepara ad accogliere atleti di ogni livello, dagli ultrarunner professionisti ai semplici appassionati, mossi dalla particolarità della situazione più che dai 3000 euro di premio promessi ai primi classificati delle categorie uomini e donne. Per tutti, l’obbligo di dotarsi di zaino con un minimo di due litri d’acqua, una coperta di sopravvivenza, un fischietto, un accendino, una torcia e un documento di identità. Nella speranza di ritrovarsi alla fine, alle 3 di mattina di domenica 29 settembre, sul bus del ritorno e alla successiva cerimonia di chiusura, prima di tornare a Tunisi …e verso casa.

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