
Wimbledon, l’outsider del torneo non è solo il pazzoide che serve da sotto o a 220 km/h. Non è nemmeno soltanto il talento bizzarro che a Indian Wells si è concesso tre giorni a Las Vegas per “staccare”. Ma di sicuro è un personaggio anomalo che sovverte le regole e le consuetudini del mondo del tennis, diverte, sorprende. E a volte vince, sempre più spesso.
Bublik sicuro su Sinner: "Per batterlo anche a Wimbledon serve una cosa" https://t.co/KgEUIPc3B1
— Anna Annie 🎀🧜♀️ (@anna_annie12) June 30, 2025
Alexander Bublik oggi è soprattutto l’unico, oltre ad Alcaraz, ad aver battuto Sinner nel 2025. E a Wimbledon si presenta come una mina vagante, ma con una consapevolezza nuova. Ha quasi 28 anni e viene da una stagione di crescita inattesa.
“Sono contento, ma scusatemi se ho battuto il vostro numero 1”, ha detto sorridendo a Londra. Quello che ha mostrato contro Sinner sull’erba di Halle è stato impressionante: accelerazione, concentrazione, varietà. Jannik lo ha ammesso: “Sulle palle break non ho visto palla”.
“Bad boy? No, sono solo diventato padre. E ho capito che per fare questo lavoro servono dei sacrifici”. Non lo dice con retorica, Bublik, ma con la calma di chi ha cambiato marcia. Un anno fa stava per smettere, non per ribellione, ma per riprendere fiato. “Dopo Wimbledon non avevo punti da difendere. Volevo solo stare a casa, allenarmi, recuperare. Poi sarei tornato”.
E ora che è tornato, vince e convince. Lo fa anche grazie a una nuova serenità domestica. “Abbiamo uno chef italiano, ieri ci ha fatto una parmigiana buonissima. Magari non l’ideale prima di scendere in campo…”. Ama l’Italia, ci ha pensato più volte: “Vorrei vivere tra le vigne della Toscana, o in Piemonte. Magari vicino a Torino. Mi vedrete in un vecchio bar a bere caffè corretto. Grappa, non sambuca”. (continua dopo la foto)

“Non dico mai che vincerò il torneo. Ma so quanto valgo. Ho vinto Halle, ho fatto quarti al Roland Garros. Sono realista”. Eppure adesso, per la prima volta, non è solo show e istinto, ma anche concretezza. Si allena tutti i giorni, anche due volte al giorno, “perché fare il tennista professionista è un lavoro serio. I ragazzini pensano basti stare al pub con una birra, ma non è così”.
Il tennis di oggi non ha molto spazio per i geni irregolari, ma Bublik sta provando a riscrivere il copione. A modo suo. Senza cambiare personalità, ma trovando un equilibrio tra la testa “matta” e il talento. E anche se continua a sorridere e a spiazzare, oggi lo fa da padre, professionista, outsider rispettato. Il sogno di Wimbledon può anche restare in sospeso. Intanto, si gode la parmigiana. E aspetta il caffè corretto.
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