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Emergenza Coronavirus, anche il calcio si ferma. Serie A sospesa fino al 3 aprile, poi tre ipotesi per concluderla

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Si ferma tutto, anche il calcio. Ed era ora. Negli ultimi giorni si è invocato da più parti lo stop: calciatori, dirigenti, presidenti. Ci si è messo un po’ troppo: abbiamo assistito al rinvio delle gare, poi all’escamotage delle porte chiuse, magari con le partite trasmesse in chiaro anzi no, infine la promessa dello sciopero da parte dei calciatori e infine la disputa in stadi deserti dei recuperi della 26^ giornata. Juventus-Inter compresa. Lunedì sera, intorno alle ore 22, la palla è arrivata a Giuseppe Conte. Il premier ha fermato l’Italia, che è diventata interamente zona arancione. E quindi anche la Serie A è sospesa, come tutti gli altri sport: “Dispiace dirlo, ma i tifosi devono prenderne atto. Dovranno rimanere chiuse le palestre per lo svolgimento di attività sportive”.

Decisione unanime

Prima che arrivasse a Conte, la palla ce l’aveva tra i piedi Giovanni Malagò. Il presidente del Coni, infatti, aveva dato lo stop a tutto lo sport italiano fino al 3 aprile. Una decisione ufficiosa e non ufficiale, dato che insieme ai presidenti delle varie federazioni aveva “sospeso le attività sportive a ogni livello” chiedendo però “al governo di emanare un apposito Dpcm” che superasse “quello attuale”. In sostanza, la stessa posizione della Lega Serie A: la decisione spettava al governo. Lo stesso ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, si era detto contento dell’esito dell’incontro tra i presidenti federali, ma soprattutto speranzoso di firmare il nuovo decreto il prima possibile.

“Per i recuperi c’è tempo fino al 31 maggio”

Alle 14 di martedì si è tenuto il consiglio federale straordinario convocato dal presidente della FigcGabriele Gravina. Il tutto rigorosamente in conference-call, per evitare di alimentare il contagio e sottostare alle misure adottate dal governo.  Questo l’appello di Gravina alla Lega Serie A, attraverso un comunicato ufficiale: “La Serie A sfrutti tutte le date a disposizione fino al 31 maggio, con lo scivolamento del calendario”. L’obiettivo è quindi quello “di portare a termine il campionato”. Euro2020 prenderà il via il 12 giugno, probabile però che si rinvii di qualche settimana, o magari di un anno, a virus sconfitto.

Tre ipotesi per la Serie A

Ma quali sono gli scenari per la A? Potrebbe esserci la non assegnazione del titolo e conseguente comunicazione alla Uefa delle società qualificate alle coppe europee. Un’altra possibilità sarebbe far riferimento alla classifica maturata fino al momento dell’interruzione. Terza ed ultima ipotesi, far disputare solo i playoff per il titolo e i play out per la retrocessione in Serie B. La sensazione è che comunque si proverà a portare a termine la Serie A sul campo.

L’Europa non si ferma

Ma la Champions League e l’Europa League? Questo è il grande punto interrogativo. A Valencia l’Atalanta giocherà a porte chiuse. Giovedì toccherà all’Inter ospitare il Getafe in un San Siro deserto. La sensazione è che l’Uefa non fermerà nulla, anche se Basilea-Eintracht Francoforte è stata rinviata. Non tanto per i giocatori, quanto per la paura di una trasferta di massa dei tifosi tedeschi.

Per quanto riguarda le gare di Champions, invece, la Uefa ha annunciato che prima dell’inizio del match non ci saranno strette di mano tra giocatori e arbitro. Provvedimento insufficiente secondo i più, visto che il calcio è uno sport di contatto.

 

L’Inter: “Safety first”

Nel frattempo, l’Inter ha ritirato la sua Primavera dalla Youth League. Una posizione coerente con quella del suo presidente, Steven Zhang, che negli ultimi giorni ha sempre messo la salute al primo posto nelle sue uscite (su tutte quella polemica contro il presidente della Serie A, Paolo Dal Pino). Il club, attraverso un comunicato, ha annunciato che “la Primavera non parteciperà alla gara Inter-Rennes, valida per gli ottavi di finale di Youth League, in programma l’11 marzo a Firenze. La decisione del club – che ha sempre posto la tutela della salute pubblica come obiettivo primario – è volta a perseguire la salvaguardia della salute dei propri giocatori (minorenni), tesserati e dipendenti”.

Inevitabile, dunque, la sconfitta a tavolino: 0-3. “Si è deciso di non giocare la partita per i motivi sopracitati e in ossequio alle disposizioni di tutte le autorità competenti. A partire da oggi la Primavera, così come in precedenza fatto da tutte le altre squadre del Settore Giovanile, sospende ogni forma di attività”.

La Pro Vercelli: “Non giochiamo più”

Non si ferma solo la Serie A, ed è una buona notizia. Alcuni club, come la Pro Vercelli, prima del decreto annunciato da Conte avevano già deciso di fermarsi. Stop ad allenamenti e partite. “È da irresponsabili continuare in questa maniera. Ai ragazzi sarà consentito allenarsi al Piola in gruppi non più di 4, oppure da soli. Francamente non mi sento di mettere a rischio contagio questi ragazzi e i loro familiari. Le partite con 25-30 ragazzi sono pericolose, e non possono essere gestite in condizioni di sicurezza”. Così Massimo Secondo, il presidente.

 

#DistantiMaUniti, l’esempio dello sport

Inoltre, il ministro Spadafora ha annunciato una campagna di sensibilizzazione da parte dello sport per spiegare a tutti quanto sia importante restare a casa durante l’emergenza. “#DistantiMaUniti è lanciata da uomini e donne che rappresentano l’eccellenza dello sport italiano, ma il governo intende coinvolgere tutti i cittadini, a partire dai più giovani che al momento sembrano sottostimare il rischio”.

La campagna partirà sui social con la pubblicazione delle prime foto sui profili Facebook, Instagram e Twitter degli atleti, ma tutti sono chiamati a partecipare, non solo gli sportivi. Da oggi ci sarà anche uno spot che andrà in onda negli spazi istituzionali messi a disposizione dalla Rai e sulle emittenti che decideranno di aderire. Non resta che seguire il consiglio, come ha sottolineato lunedì Francesco Caputo dopo l’1-0 segnato in Sassuolo-Brescia. “Andrà tutto bene. Restate a casa”. Ci sarà tempo per tornare in campo.

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