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Torino, Cairo apre alla cessione ma smentisce i contatti: “Venderò a chi è più ricco e più bravo di me”

Urbano Cairo, presidente del Torino, apre alla cessione del club. “Venderò a chi è più ricco e più bravo di me, ma per il momento non c’è”, ha detto oggi ai margini di un convegno a Roma dove è stato intercettato da alcuni giornalisti sportivi. A riportarlo è Calcio e Finanza.

Le voci su Red Bull e i fondi sauditi

Il futuro del Torino continua a essere al centro di speculazioni riguardanti una possibile cessione da parte di Urbano Cairo, presidente e proprietario del club dal 2005. Negli ultimi mesi, sono emerse voci insistenti sull’interesse di grandi gruppi internazionali, come Red Bull, e di fondi di investimento provenienti dall’Arabia Saudita. Tuttavia, Cairo ha più volte ribadito di non avere alcuna trattativa avanzata in corso.

L’interesse di Red Bull per il Torino rientrerebbe in una strategia già consolidata del colosso austriaco, che possiede club di successo come il Salisburgo e il Lipsia. Questo modello si basa su investimenti in giovani talenti e infrastrutture all’avanguardia, elementi che potrebbero trasformare il Torino in un progetto ambizioso. Dall’altro lato, i fondi sauditi rappresenterebbero un’opzione legata alla crescente influenza economica della regione nel mondo del calcio, come dimostrato dai recenti investimenti nella Saudi Pro League.

Il futuro del club

Il Torino rimane un club con una forte tradizione e una base di tifosi appassionata, ma anche con la necessità di rilanciare le proprie ambizioni sportive. Sebbene Cairo abbia escluso trattative concrete al momento, il tema di una possibile cessione continua a tenere banco, e sarà interessante vedere se nel prossimo futuro emergeranno proposte concrete che possano cambiare il volto della società granata.

Già ieri Cairo aveva dato una forte apertura alla cessione del club: “Sono al Torino da 19 anni e non rimarrò a vita, prima o poi passerò la mano. Spero però che quando venderò il Toro lo cederò a qualcuno più ricco di me che possa avere quei 20-30 milioni di euro in più… Quando arriverà uno più ricco io mi farò da parte, non voglio rimanere a vita al Torino. I ventenni finiscono, vale anche per me. Ma non dobbiamo generalizzare: il fondo Elliott al Milan ha fatto sicuramente bene, anche Commisso a Firenze sta facendo un buon lavoro, nel calcio non basta avere molti soldi per ottenere risultati. Il calcio italiano ha attratto proprietà straniere perché i prezzi delle società italiane sono molto competitivi. A volte ci sono tensioni legate a rapporti personali nel mondo del calcio. Sicuramente ci sarebbe bisogno di una maggiore unità di intenti e strategie chiare che coinvolgano tutto il movimento”.

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