Michael Jordan sbarca su Netflix, per intrattenere con le sue prodezze milioni di appassionati a secco di sport a causa del Coronavirus. Lunedì 20 aprile sono andate in onda le prime due puntate di “The Last Dance”, docuserie prodotta da ESPN e presente anche sul catalogo italiano di Netflix. Dieci episodi che raccontano la stagione 1997/98 dei Chicago Bulls, in cui Jordan riesce a vincere il sesto titolo NBA per poi congedarsi dal suo amato pubblico.
Dall’infanzia ai trionfi con i Bulls
Dopo numerosi rifiuti riservati a vari produttori televisivi e alla stessa NBA, nel 2016 Jordan ha acconsentito a realizzare un documentario sulla sua esperienza ai Bulls. Una serie che, come hanno confermato primi due episodi, parte dall’infanzia di Michael e prosegue con il suo arrivo nella NBA. Un mondo completamente nuovo per un ragazzo della Carolina del Nord, come ha dichiarato lo stesso Jordan: “Giravano donne e droga. Io ero un novellino, mentre i veterani facevano cose che non avevo mai visto”.
Rivelazione shock: “A Chicago girava cocaina”
Una serie infinita di aneddoti, che aiutano a delineare il profilo di questo straordinario fuoriclasse. Un uomo che ha sempre avuto il pallone da basket come chiodo fisso, senza virare su altre distrazioni: “Una volta, credo fosse a Peoria, nell’Illinois, cercavo i miei compagni e cominciai a bussare a tutte le camere dell’hotel. Alla fine li trovai: in quella camera c’era quasi tutto il team, strisce di cocaina ovunque, donne e marijuana. Da quel momento sono rimasto solo: non ho mai fatto uso di cocaina, ho solo pensato a riposarmi e a giocare bene a basket”.
Stagione 97/98: il canto del cigno di MJ
La serie prosegue con i primi trionfi e si concentra soprattutto sulla stagione 1997/98. Con Dennis Rodman e Scottie Pippen come più importanti compagni di squadra e con Phil Jackson in panchina, Jordan riesce a vincere il suo sesto titolo NBA su altrettante finali disputate. Al termine di una stagione a dir poco romanzesca, vengono sconfitti per il secondo anno di fila gli Utah Jazz, temibili avversari allenati da John Stockton e Karl Malone.
Interviste inedite per raccontare Jordan
“Il racconto di una squadra leggendaria e del suo principale fuoriclasse, per svelarne i tratti più umani oltre che per elogiarne le gesta sportive”. Così si è espresso il regista della docuserie, Jason Heir: “Jordan e i Bulls degli anni ’90 erano un fenomeno mondiale. Abbiamo fatto ricerche in lungo e in largo, per raccontare la storia di una squadra che ha fatto epoca e per presentare questi eroi dello sport nella loro essenza più umana”.
Un lavoro reso possibile grazie al materiale inedito fornito dalla troupe cinematografica della NBA, che ha partire dal 1997 ha seguito da vicino i Bulls fino al termine della stagione. Più di cento interviste tra giocatori, allenatori, dirigenti ed esperti di basket: testimonianze che hanno reso possibile realizzare la serie su uno dei campioni più amati nella storia dello sport.