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Roma, De Rossi: “Dybala è convocato, nessuno più importante della squadra” (VIDEO)

Roma Daniele De Rossi ha parlato alla vigilia del debutto in campionato in trasferta con il Cagliari. Tra i temi centrali, la situazione di Paulo Dybala, oggetto di numerose speculazioni di mercato. De Rossi ha affrontato l’argomento con delicatezza: “Non sono più solo un tifoso, anche se lo sarò sempre. Cerco di trattare con rispetto argomenti che per i tifosi sono vitali. Forse solo un altro sa meglio di me cosa significa essere legato a una città e a una squadra”.

“Da allenatore, però, non posso commentare voci o chiacchiere – ha proseguito DDR – Non sono stato coinvolto nelle discussioni. Paulo è e rimane un giocatore fortissimo per me. Ho parlato con la società e con lui, ma non posso aggiungere altro. Alla Roma nessuno è più importante della squadra stessa, e questo principio non deve essere frainteso. Il mio unico interesse è rendere la squadra più forte, perché è l’unica cosa che protegge un allenatore. Voglio solo lasciare una Roma migliore di come l’ho trovata. Per quanto riguarda Dybala, viene con noi e non ci sono problemi: sarà convocato”.

Riguardo al nuovo acquisto giallorosso, Matías Soulé, De Rossi ha dichiarato: “A livello under 23 è primo in tutte le statistiche. È molto pericoloso e dovremo essere bravi a metterlo a suo agio”. Ha poi aggiunto una menzione per i giocatori che lo scorso anno hanno avuto poco spazio, ma che stanno mantenendo alto il livello della squadra.

Su Dovbyk, De Rossi ha spiegato: “Le sue caratteristiche non sono molto diverse da quelle di Lukaku: è un finalizzatore forte, veloce e pulito, attacca bene gli spazi ed è decisivo. Stiamo cercando di non sovraccaricarlo di indicazioni, perché durante il ritiro ci siamo resi conto che gli davamo troppi input. Lo stesso è accaduto con Le Fée, che all’inizio voleva fare troppe cose per la squadra e finiva per dimenticarsi il suo ruolo”.

Infine, sull’impatto dei social media, De Rossi ha espresso un pensiero critico: “Nel quotidiano certe cose non verrebbero mai dette in faccia, come gli auguri di malattie gravi. A volte si tratta di persone senza volto o ragazzini, e preferisco lasciar correre. So che l’amore dei tifosi può cambiare quando diventi allenatore, e nessuno mi ha mai amato come i tifosi della Roma, ma nessuno mi ha fatto mai tanto male”.