Il dottor Daniele Andreini, cardiologo presso l’IRCCS Galeazzi di Milano, ha illustrato a La Gazzetta dello Sport la situazione di Edoardo Bove, giovane centrocampista della Fiorentina, dopo l’operazione per l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. “È stato scelto questo tipo di dispositivo, e non uno classico, considerando l’età del ragazzo. Nei giovani, che potrebbero portarlo per un lungo periodo, si preferisce questa opzione perché, non essendo inserito direttamente nel cuore, riduce significativamente il rischio di infezioni e complicanze che possono avere conseguenze anche gravi”. Ecco alcune delle domande poste dal quotidiano sportivo al cardiologo del “Galeazzi”.
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— ACF Fiorentina (@acffiorentina) December 10, 2024
Si parla di defibrillatore removibile.
“Ecco, vorrei spiegare questo punto. Non è un loop recorder, che si tiene per un periodo che di solito va dai 6 mesi a un paio di anni per monitorare le aritmie. Il suo generalmente non si toglie, a meno che, ma è rarissimo, la patologia non si risolva. Tutto nasce da un equivoco, secondo cui in Italia non si gioca se si ha un defibrillatore. Io direi che non si gioca in Italia se si ha una patologia cardiaca tale da prevedere un defibrillatore”.
E se non dovesse avere più episodi?
“È estremamente improbabile che un cardiologo si prenda la responsabilità medico-legale di togliere un defibrillatore a un soggetto che ha già avuto un arresto cardiaco, sarebbe come dire tolgo la terapia salva-vita a qualcuno che ha un tumore”.
Perché un defibrillatore sottocutaneo?
Il defibrillatore sottocutaneo si distingue per il fatto che non richiede l’inserimento di elettrodi all’interno del cuore, come avviene con i dispositivi tradizionali. Questo aspetto lo rende particolarmente adatto per i pazienti più giovani, garantendo una protezione cardiovascolare efficace con minori rischi nel lungo termine.
Bove, pur dovendo affrontare una sfida importante dal punto di vista medico, può contare su tecnologie avanzate e un approccio che mira a preservare al massimo la qualità della sua vita e della sua carriera sportiva. L’augurio di tutti è che il giovane talento possa tornare al più presto a concentrarsi sulla sua passione per il calcio, con la sicurezza di essere ben protetto sotto il profilo sanitario, ma i dubbi su un suo ritorno a livello agonistico restano tutti aperti.
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