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Le Olimpiadi di Tokyo sono a rischio per il Coronavirus. Tra slittamento e annullamento, ecco i possibili scenari

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Il mondo dello sport sta subendo i forti contraccolpi dell’emergenza Coronavirus, ma è per le Olimpiadi di Tokyo che il ticchettio dell’orologio si fa particolarmente incalzante. Gli organizzatori dell’evento previsto per luglio in Giappone stanno valutando il da farsi, ma prendere una decisione al momento è particolarmente difficile. Intanto, il 12 marzo, la torcia olimpica si infiammerà a porte chiuse, con pochissimi invitati rispetto alle centinaia di spettatori che solitamente assistono all’evento. Le undici ‘sacerdotesse’ che evocano l’antica tradizione di Olimpia, accenderanno il fuoco che nei prossimi 130 giorni percorrerà varie tappe fino ad arrivare a Tokyo. Dovrebbe approdare allo stadio olimpico il 24 luglio, ma ce la farà? Le Olimpiadi di Tokyo sono a rischio.

Quali sono i possibili scenari?

Nonostante rimbalzino nel mondo intero opinioni, notizie, dichiarazioni che si annullano l’una con l’altra, possiamo affermare che al momento né le autorità nipponiche né il CIO hanno intenzione di annullare o posticipare la manifestazione. O, per lo meno, dichiarano tramite i loro portavoce che faranno il possibile perché questo non diventi necessario. Mercoledì scorso Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, ha confermato che le parole ‘annullamento’ o ‘rinvio’ non sono state prese in considerazione durante l’incontro dell’organizzazione tenutosi a Losanna. Ma naturalmente, ha aggiunto, saranno seguite tutte le indicazioni dell’OMS al riguardo. In ogni caso, ha invitato gli atleti a continuare nella preparazione atletica.

La settimana scorsa c’è stata anche una riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riunitasi con un comitato scientifico delle federazioni sportive per discutere di manifestazioni e competizioni. Secondo le indiscrezioni giunte al New York Times, la riunione (telematica) è durata due ore, durante le quali è stato preso in considerazione il worst case scenario, ovvero l’annullamento, e sono stati messi sul piatto della bilancia i rischi e i benefici di una Olimpiade a porte chiuse. Tuttavia “la riunione non era di dominio pubblico, quindi nessuna dichiarazione ufficiale l’ha seguita”, specifica il giornale americano.

La difficoltà sono molte. In uno dei Paesi più colpiti dal virus, e una delle città più densamente popolate del mondo, si stanno ottenendo buoni risultati nella lotta all’epidemia grazie alle efficaci misure di contenimento. Che difficilmente si potrebbero applicare a centinaia di migliaia di persone in arrivo tra tifosi, atleti, federazioni, sponsor e lavoratori in ogni fase della manifestazione. Occorrerebbe attivare dei processi di screening sanitario per chiunque entri in Giappone. Prendere speciali misure per gli sport di contatto. Trattare diversamente le discipline indoor e outdoor.

Senza considerare che non è ancora dato sapere come si evolverà l’epidemia con l’arrivo della stagione calda. Seiko Hashimoto, la ministra giapponese per le Olimpiadi, ha di recente sottolineato che, in ogni caso, il contratto prevede che i giochi si svolgano entro il 2020, dando adito alla possibilità di slittamento. Versione subito sostituita da un ferreo ‘nessun rinvio’ da parte del governo.

Cosa si rischia

Il sopra citato contratto, un documento di 80 pagine, sancisce i numerosi impegni presi dagli organizzatori nipponici con le federazioni, gli impianti sportivi, le imprese coinvolte nella vendita dei biglietti e dei servizi. Molti di questi impegni non potrebbero essere mantenuti in caso di svolgimento a porte chiuse. Ovviamente la possibilità di rescindere il contratto esiste in caso di emergenze che mettono a rischio la sicurezza dei partecipanti, e in questo momento applicare questa clausola non sembra così impensabile.

Ma la perdita economica rimarrebbe comunque ingente: si parla di circa 850 milioni di dollari. Il conto della cancellazione sarebbe salato, e includerebbe non solo i milioni già spesi per i nuovi impianti, ma anche tutti gli investimenti per lo svolgimento di tutte le attività, le perdite di introiti legati al turismo – si stimavano cifre stellari – e il buco nero dei diritti televisivi (un nodo assai complesso anche in caso di rinvio, dato che i palinsesti in autunno sono tarati su tantissimi altri eventi sportivi) già acquistati.

Al momento gli scenari sono dunque molti. Le Olimpiadi si faranno normalmente o con riserva (ovvero cambiando molte modalità, location, svolgimenti), oppure senza pubblico? O ancora, si rinvieranno a fine 2020, slitteranno a tra un anno o due, o non si faranno per niente? Per fare previsioni è ancora presto: probabilmente si attenderà il mese di maggio per capire come evolve la situazione del COVID-19 nel mondo e solo a quel punto si sarà in grado di decidere il destino di Tokyo 2020. Rimaniamo in attesa.