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NBA, grande spettacolo fra Boston e New York: Oklahoma dopo una stagione dominata si è persa

NBA, c’è chi sogna, e poi c’è chi lascia il segno. New York e Minnesota mettono un piede (e mezzo) nelle finali di Conference, trascinate da due eroi: Jalen Brunson, davvero immenso, e Anthony Edwards, talento e carisma. I Knicks rimontano ancora Boston e vanno sul 3-1 nella serie, mentre i Timberwolves travolgono i Warriors senza Curry e vedono la luce della finale a Ovest. È il momento di crederci davvero.

New York Knicks-Boston Celtics 121-113 (3-1)

Capolavoro Knicks. Un altro, l’ennesimo. New York si rialza dal -14 nel terzo quarto e ribalta ancora i Celtics, portandosi sul 3-1 nella serie. Il Madison Square Garden è un catino in fiamme, e il suo gladiatore si chiama Jalen Brunson, 39 punti di purissimo talento. Risponde ai 42 di Jayson Tatum, che però si infortuna al piede destro nel finale: si teme il peggio, addirittura il tendine d’Achille.

Boston parte forte, 13-4 in 3 minuti, con Derrick White che infila tre triple come frecce in un bersaglio. i Celtics infilano un 12-0 con Tatum indemoniato: è lui il faro, ma i verdi attaccano tutti sistematicamente Karl-Anthony Towns, e fanno sempre centro. 39-28 Boston dopo un quarto, 62-51 a metà gara con 12 triple segnate.

Si riparte e i Celtics toccano il +14 (72-58). Sembra finita. Ma Brunson non ci sta: sette punti in fila, fallo flagrante di Jaylen Brown, Knicks di nuovo vivi. Il Garden esplode, Coach Thibodeau mette in panchina Towns (serata disastrosa) e lancia Mitchell Robinson: cambio decisivo.

Brunson infila 18 punti nel terzo quarto, firma il sorpasso (88-85) e l’ultimo periodo è un crescendo rossiniano. Mikal Bridges accelera, i Knicks arrivano fino al +9 (113-104), mentre Tatum si fa male tuffandosi su una palla vagante. I Celtics sbagliano troppo (7/26 ai liberi), crollano a rimbalzo (43-31), e coach Mazzulla tiene fuori Brown nel momento più delicato. Il verdetto è implacabile: Knicks a una vittoria dalla gloria, 25 anni dopo l’ultima volta.

Golden State Warriors-Minnesota Timberwolves 110-117 (1-3)

Non servono effetti speciali, basta un nome: Anthony Edwards. Nel terzo quarto ne segna 16, stacca i Warriors e lancia i suoi Timberwolves verso la finale a Ovest. Golden State lotta un tempo, poi sprofonda: senza Steph Curry, fermo ai box, non c’è talento sufficiente per tenere il passo. La panchina è piatta, e Steve Kerr non trova più magie.

L’inizio è illusorio: 28-27 Warriors dopo il primo quarto, grazie a un ottimo Kuminga dalla panca (8 punti). Ma appena Julius Randle prende ritmo, i Wolves piazzano un 11-0 di parziale. 38-30 sulla sua tripla, poi arriva il contro-parziale Dubs, 10-0, guidato da una zona difensiva ben piazzata. All’intervallo è 60-58, equilibrio solo apparente.

Poi arriva Ant. Edwards domina, 14 punti in 7 minuti, Minny scappa con un 17-0 letale. I Warriors si bloccano, nessuno che la metta, e Kerr pasticcia con il solito quintetto piccolo: Draymond Green da centro è un errore che si ripete da anni. Dopo 36’ è 97-77 Wolves. Game over. Negli ultimi 12 minuti è solo passerella. Golden State cade, Minnesota sogna. Gara 5, a Minneapolis, sarà un match point da non fallire.

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