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Napoli, nei big match sale in cattedra Conte: quando la partita pesa, decide lui

Quando il livello si alza e l’aria diventa infuocata, il Napoli trova una guida che non arretra di un centimetro. Antonio Conte si conferma sempre più un fattore determinante nelle sfide che contano davvero, quelle che definiscono il profilo di una stagione. I numeri parlano chiaro: in questa prima parte dell’anno le uniche sconfitte contro le grandi sono arrivate a Milano contro il Milan e a Manchester contro il City. Per il resto, solo vittorie pesanti contro Inter, Roma e Juventus.

L’ultima dimostrazione è arrivata nella semifinale di Supercoppa vinta contro il Milan a Riyadh. All’Al-Awwal Park non c’era un clima infernale, ma la presenza di Conte si sentiva eccome. La sua voce rimbombava nello stadio: ogni pressione, ogni ripiegamento, ogni scelta offensiva passava dal suo comando diretto. (continua dopo la foto)

Una gestione totale, quasi ossessiva, che racconta bene l’approccio del tecnico salentino quando il peso specifico della gara aumenta. Nulla viene lasciato al caso, nemmeno l’aspetto emotivo della partita.

La tensione con Allegri, culminata nella mancata stretta di mano finale, nasce dopo il duro intervento di Rabiot su Politano. La panchina azzurra si alza compatta chiedendo l’espulsione, e da lì inizia una partita parallela fatta di proteste, richiami e continui botta e risposta.

Quando il tecnico livornese si lamenta per i falli subiti, dai microfoni a bordocampo si sente chiaramente Conte urlare un secco “basta”. È il segnale di chi non si limita a gestire i suoi, ma prova a entrare anche nella testa degli altri. (continua dopo la foto)

Non è la prima volta. Il precedente più emblematico resta Napoli-Inter. Dopo il rigore di Calhanoglu per il 2-1, Conte pizzica Dumfries, facendo saltare i nervi anche a Lautaro Martinez. In pochi minuti l’Inter perde lucidità, e poco dopo arriva il 3-1 di Anguissa da rimessa laterale.

Dettagli, certo. Ma nel calcio di alto livello sono spesso quelli a fare la differenza. Ed è anche da qui che si misura il valore di un allenatore: non solo schemi e preparazione, ma capacità di telecomandare la partita quando diventa una battaglia mentale. Conte, nei big match, questo lo fa meglio di molti altri.

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