
Casa Milan, pomeriggio di fine maggio. Igli Tare varca la soglia del suo nuovo ufficio da direttore sportivo con il passo di chi ha già imparato, a Roma, cosa significhi vivere sotto pressione. Ma stavolta la montagna da scalare è l’Everest rossonero, e lassù ci sono tre grane da risolvere: l’allenatore, i rinnovi, il mercato in uscita. Oltre ovviamente a quello in entrata.
🔴⚫ Igli #Tare, nuovo ds del #Milan, deve subito affrontare il nodo #allenatore. Sfuma Italiano, Allegri va verso Napoli. Torna d’attualità Thiago Motta, Mancini resta un’idea👇https://t.co/zMxJxXhcVp
— Persemprecalcio (@persemprecalcio) May 27, 2025
Il dossier più caldo sul tavolo è quello dell’allenatore. Tanti nomi, nessuna certezza. Il Milan arriva in ritardo in un mercato che si muove da tempo: Italiano va verso la conferma a Bologna, Gasperini blindato a Bergamo, Conte diretto a Torino, Allegri sospeso tra Napoli e Inter.
Le opzioni restanti? Mancini in cerca di rilancio, così come Thiago Motta dopo il fallimento in bianconero, De Zerbi che ha rinnovato con il Marsiglia. Farioli non convince, Fabregas è sospeso fra Roma e Como (e la suggestione Inter se Inzaghi dovesse lasciare).
Il problema però non è solo la scelta del nome. È il caos concettuale: si oscilla tra “giochisti” e “pragmatici“, tra scommesse e usato sicuro. Come si può costruire un progetto così? Probabilmente se lo starà chiedendo anche Tare, e proverà a metterci una pezza. Anche se il nome forse più logico e raggiungibile, quello di Sarri, non è più in gioco proprio per i dissidi passati con il nuovo Ds. Anche qui, dunque, mosse un po’ scollegate fra loro. (continua dopo la foto)

Poi c’è il secondo nodo: le cessioni. La mancata qualificazione in Champions crea problemi sul piano economico. Il primo a essere ceduto dovrebbe essere Tijjani Reijnders. Il Manchester City sarebbe pronto a offrire 50 milioni, ma la cifra che potrebbe realmente far vacillare il Milan è 70. Il problema è anche la volontà del giocatore, che a 27 anni avrebbe l’occasione della vita e andrebbe a guadagnare il triplo in Premier, disputando la Champions in una squadra che punterà a vincerla.
Altri sacrificabili? Chukwueze, Thiaw, Musah, ma soprattutto Leao (che non parla, ma ha tolto tutti i riferimenti al Milan sui social ed è corteggiato dal Bayern Monaco) e Theo Hernandez, che però non ha un grandissimo mercato in questo momento. E poi ci sono i ritorni 8o le definitive cessioni) dei prestiti: Kalulu, Pobega, Saelemaekers. In un gioco a incastri, trattenere Reijnders è possibile. Ma non garantito. Difficile che il giocatore rinunci alla Premier.
Il terzo fronte è quello dei rinnovi, e la situazione appare complessa. Theo Hernandez sembra già destinato all’addio, perché non accetterà una riduzione dell’ingaggio e il club non vuole perderlo a zero in estate. Maignan, che aveva un accordo quasi firmato a gennaio, è rimasto scottato dal gelo societario dei mesi seguenti e ora piace allo United.
Milan, per Tare tante patate bollenti
Rafa Leao, sebbene blindato da un contratto ancora lungo, come si diceva ha attirato le sirene del Bayern Monaco. E forse la società non è convinta di puntare ancora su di lui. Pulisic vuole prima capire chi sarà l’allenatore. Come dargli torto? Il Milan lo vorrebbe tenere, ma anche qui la questione è in sospeso.
La verità è che nulla può essere davvero definito senza conoscere il nome del nuovo mister. È la prima mossa sulla scacchiera, indispensabile per un progetto che possa risollevare la squadra dopo una stagione disgraziata. Il Milan non può più permettersi passi falsi o tentennamenti. Serve un allenatore di polso che prenda in mano il progetto.
Igli Tare ha appena iniziato a lavorare ma deve già essergli venuto il mal di testa. Sa che non avrà tempo per ambientarsi. In questa estate di fuoco, ogni errore sarà pagato caro, e i tifosi non hanno più pazienza. Il Milan ha cambiato tanto e raccolto poco. Ora deve cambiare bene e raccogliere in fretta. Al nuovo Ds si chiede tanto, ma Igli è uno che non si spaventa. Società permettendo.
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