
Nel tennis moderno, la potenza non basta: il colpo che un tempo era solo un’arma offensiva oggi è spesso la chiave di volta di interi match. Il diritto, simbolo di aggressività e controllo del gioco, continua a essere il colpo più iconico del circuito ATP. Ma chi può vantare il migliore in assoluto nel 2025? La risposta non è scontata. L’evoluzione tecnologica delle racchette e delle superfici ha reso questo fondamentale ancora più decisivo, mentre l’ingresso di nuove leve ha spostato gli equilibri tecnici in modo sensibile. In un circuito che vede l’alternarsi di veterani ancora affilati e giovani pronti a dominare, il diritto diventa cartina al tornasole dello stile di gioco e della personalità in campo. Analizzeremo i protagonisti più temuti in questo fondamentale: da chi lo usa per comandare lo scambio a chi lo trasforma in una sentenza definitiva. Tra numeri, statistiche e sensazioni raccolte sui campi di tutto il mondo, proveremo a rispondere a una domanda tanto semplice quanto affascinante: chi ha, oggi, il miglior diritto del mondo? (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Jannik Sinner
Jannik Sinner rappresenta una fusione rara tra potenza bruta, raffinatezza tecnica e un talento fuori dal comune. Il suo colpo distintivo, il devastante dritto, non è soltanto una questione di velocità o forza: è un’arma totale, capace di destabilizzare qualsiasi avversario grazie a un mix di potenza esplosiva, varietà di esecuzione e una firma sonora inconfondibile. Quando la pallina lascia le corde della sua racchetta, produce un “crack” secco e profondo, un suono che racconta più di mille statistiche. Frutto di una biomeccanica impeccabile, la sua capacità di generare velocità – mediamente 78 miglia orarie, ben al di sopra della media ATP – si accompagna a una rotazione superiore alla norma, che nel 2024 ha toccato i 3041 rpm. Ma ciò che sorprende è come questa potenza nasca da un fisico tutt’altro che imponente.
Le sue leve lunghe e la flessibilità gli permettono di colpire anche da posizioni improbabili, trasformando la difesa in attacco in un lampo. La varietà del suo dritto – che può essere piatto, carico di topspin o persino tagliato – lo rende imprevedibile. Lo swing è ampio, ma controllato, con un’apertura bassa e un finale alto e deciso. Il grip semi-western e il movimento a frusta del polso gli permettono di imprimere alla pallina una traiettoria aggressiva e profonda. Darren Cahill, suo coach, lo paragona ai grandi come Agassi e Federer, sottolineando che anche solo il suono del colpo basta per distinguerlo. Ex campioni come Thomas Enqvist e Tommy Haas confermano: il dritto di Sinner non è solo efficace, è ipnotico, una rarità tecnica e sensoriale.
Carlos Alcaraz
Il diritto di Carlos Alcaraz è uno dei più devastanti nel panorama tennistico mondiale. La sua capacità di imprimere una media di 3000 giri al minuto alla palla, unita a una velocità di circa 130 km/h, rende il suo diritto una vera arma offensiva, soprattutto sulla terra battuta. Pur essendo solo all’inizio della sua carriera, Alcaraz dimostra già una padronanza tecnica e fisica che pochi giocatori della sua età hanno mostrato. La potenza esplosiva con cui riesce a colpire da ogni zona del campo, anche su palle scomode o molto cariche di effetto, è il risultato di una biomeccanica praticamente impeccabile: torsione del busto completa, uso intelligente dell’altra mano in preparazione e una frustata finale che imprime al colpo velocità e rotazione.
Il suo polso elastico e la velocità della testa della racchetta, favorita anche dall’attrezzo che utilizza, gli consentono di ottenere colpi carichi e profondi, capaci di respingere gli avversari ben oltre la linea di fondo. Ma forse l’aspetto più sottovalutato del suo diritto è il tempismo: Carlos colpisce con una precisione e una pulizia tecnica che gli permettono di mantenere continuità anche nelle situazioni più complicate. Il confronto con Jannik Sinner, in questo senso, è inevitabile. Entrambi possiedono diritti micidiali, ma se quello dell’italiano è più lineare e penetrante, quello di Alcaraz è più vario, adattabile e pesante, il che lo rende leggermente più adatto alla terra. Con il rientro tardivo di Sinner previsto per Roma, il giovane spagnolo potrebbe approfittarne per guadagnare fiducia e risultati, in vista di un Roland Garros dove – se in piena forma – potrà certamente ambire al titolo.

Joao Fonseca
Il dritto di Joao Fonseca, a prima vista, potrebbe sembrare nella media secondo i dati statistici, ma basta approfondire per scoprire un colpo in piena evoluzione. Nonostante non eccella ancora in categorie chiave come i punti vinti con la prima o la risposta sulla seconda, il suo dritto mostra segnali inequivocabili di crescita esplosiva. La velocità media del colpo, 81 miglia orarie, supera ampiamente quella del circuito (76 mph), e lo stesso vale per il numero di rotazioni, che raggiunge i 3.019 giri al minuto contro una media di 2.844.
Secondo Arthur Fils, ciò che rende Fonseca speciale è la combinazione di tempismo e potenza naturale: può accelerare senza forzare, e quando lo fa davvero, diventa travolgente. Certo, in termini di precisione e regolarità c’è ancora margine: l’81% di palle in campo e il 22% vicino alle linee sono inferiori alla media. Ma Fonseca non ha bisogno di rasentare le righe per dominare. Quando è in giornata, il suo dritto tocca vette notevoli: 9.8 di qualità nei colpi durante la finale dell’Argentina Open e 9.6 nelle fasi decisive delle Next Gen Finals. Come ha notato Mark Petchey, il brasiliano ha un’energia grezza e una fiducia assoluta nei momenti importanti. Forse dovrà imparare a gestire meglio le sue armi, ma il talento è già esplosivo.
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