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Juventus dopo Allegri, il fallimento della stagione 2022/2023: i possibili sostituti

Juventus dopo Allegri, il fallimento della stagione 2022/2023: i possibili sostituti

Calcio, chi siederà sulla panchina della Juventus dopo Allegri? Se dovessimo basarci solo sulle “carte”, sarebbe Allegri stesso: il tecnico livornese è infatti legato ai bianconeri da un ricco contratto fino al 2025. Più volte nel corso di questa tribolata stagione per la Vecchia Signora, tra guai giudiziari e “cadute” sul campo, si è parlato di un possibile avvicendamento in corsa in panchina.

Tuttavia, pur avendo gran parte della tifoseria contro e forse anche una parte dello spogliatoio, Allegri ha goduto finora della fiducia incondizionata dalla dirigenza bianconera, anche quella insediatasi a gennaio 2023 in seguito alle dimissioni del Cda per la nota vicenda plusvalenze.

Su una cosa Allegri ha ragione: la tribolata, deludente, paradossale stagione della Juventus si è chiusa dieci giorni fa a Siviglia. Nella serata in cui l’ultimo grande obiettivo stagionale è svanito, la finale di Europa League, lì è calato definitivamente il sipario. Sui titoli di coda sono arrivate poi le ultime bordate: la definitiva penalizzazione di dieci punti, il crollo di Empoli, il ko con il Milan.

Anche dopo il pronunciamento della Corte di Appello Federale, sul campo tutto era ancora in effetti possibile, nonostante tutto la Juve era teoricamente ancora padrona del proprio destino ma la squadra, o quel che rimaneva di essa, ha alzato bandiera bianca e contro il Milan è stato evidente per quasi tutti i protagonisti scesi in campo.

Sbaglia però Allegri nella sua analisi priva di autocritica, nel suo scaricare sempre altrove le responsabilità, disconoscendo così nel suo tentativo di difesa anche il valore intrinseco di una rosa che a differenza di quanto dichiarato anche ieri sera era stata in realtà costruita per essere altamente competitiva. Al netto dei futuri ulteriori sviluppi processuali – il caso stipendi e ancora i possibili/probabili pronunciamenti Uefa – la traversata nel deserto appare oggi alquanto lunga e dolorosa.

Anche senza discutere di una Juventus dopo Allegri, quindi a bocce ferme in panchina, sul fronte squadra ci sono molti interrogativi e alcune pesanti certezze. Tra queste gli addii di Di Maria e Rabiot e il non riscatto di Paredes, ad esempio. Ma si profilano altre necessarie rinunce: senza la Champions e con un programma rivisto al ribasso, il sacrificio di uno tra Vlahovic e Chiesa appare probabile.

Resta poi da definire il futuro di Milik, con quello di Pogba che è un grosso punto di domanda. Senza scordare i possibili rientri alla base dei tanti prestiti, ulteriore carico su un bilancio da rivedere completamente.

juventus dopo allegri conferenza stampa dopo juventus-milan 0-1

Juventus dopo Allegri ancora con Allegri?

Juventus dopo Allegri ancora con Allegri? Come possa rimanere per guidare questa lunga transizione il tecnico livornese pare oggi un mistero. Il contratto e la mutua riconoscenza con la proprietà sono fattori importanti, non ci sono dubbi, ma non sufficienti e soprattutto ora come ora non capaci di ricucire un rapporto con l’ambiente che si è deteriorato. Insomma, la situazione sembra essere definitivamente sfuggita di mano al tecnico livornese.

Sia che arrivi o che non arrivi da Napoli un dirigente esperto e capace come Giuntoli, la panchina bianconera è destinata a cambiare proprietario: non ci sono uomini per tutte le stagioni e Allegri non lo è per questa. Il nome più quotato in questo momento per la Juventus dopo Allegri è quello di Igor Tudor. Non il solo, ma quello in cima alla lista è quello dell’attuale tecnico dell’OM Marsiglia, già vice alla Juve quando in panchina c’era Pirlo e poi lanciato in Ligue1 dopo una buona stagione al Verona.

Altre indiscrezioni vedono Thiago Motta, reduce da due anni in crescendo tra Spezia e Bologna, tra i preferiti per avviare una fase di rinnovamento. Poi c’è la suggestione Gian Piero Gasperini, ai saluti con l’Atalanta e sempre apprezzato negli ambienti bianconeri: forse non la soluzione più adatta per una rifondazione basata su giovani e “scommesse”. Adesso per la Juventus mancano gli ultimi 90 minuti a Udine, poi toccherà a John Elkann decidere: se salvare la Juventus vorrà dire sacrificare Allegri, siamo certi che lo farà.

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