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John McEnroe, 29 anni fa l’epica espulsione dagli Australian Open

John McEnroe

John McEnroe è diventato famoso non solo per il suo grande talento ma anche per il suo celebre comportamento aggressivo e scorretto in campo. ‘You cannot be serious, man’ frase pronunciata all’indirizzo dell’arbitro di Wimbledon nel 1981 nel tempio del tennis elegante e proibizionista è stato uno dei momenti più di rottura, anche in senso negativo, nella storia del tennista. E tanto questa frase è rimasta nell’immaginario che ha dato il titolo a ben due autobiografie sul campione americano.

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Eppure c’è un altro momento che ricorderemo a lungo. Quello del 21 gennaio del 1990 quando è espulso dagli Australian Open a causa di tre comportamenti scorretti e di tre successive ammonizioni. Il 1990 è stato anche l’ultimo anno in cui è riuscito a rimanere in sella nei primi 10 del mondo. E mentre gli Open di Australia sono ancora in corso, è tempo di lasciarsi andare un po’ al ricordo di un episodio controverso.

Ecco che cosa successe quel giorno al campione americano.

John McEnroe espulso dagli Open di Australia: la storia delle tre ammonizioni

Contro lo svedese Mikael Pernfors negli ottavi di finale viene prima ammonito per aver offeso un giudice di linea – in particolare va verso la sedia della donna e prova a intimorirla con la sua presenza – poi gli viene dato un punto di penalizzazione per aver spaccato una racchetta e infine viene espulso per aver offeso sia il giudice Armstrong che il supervisor Ken Farrar. Certo, McEnroe non sapeva che il regolamento era cambiato e che bastavano tre warning per essere battuto a tavolino. Ma il gesto rimane particolarmente grave. Per questo la sua faccia ammutolita dopo la notizia della squalifica appartiene alla storia museale di questa disciplina. 

Finito il tempo dei comportamenti antisportivi

Nel caso di McEnroe la rivalità con Farrar risaliva già al 1985 quando prese in giro la calvizie del supervisore per un punto che credeva gli spettasse. ‘Se quella è una palla buona tu sei un capellone’. Quindi diciamo che la tensione a Melbourne era stata già anticipata da questo episodio precedente. Era tuttavia la prima volta dal 1963 che un giocatore veniva squalificato dagli Australian Open.

Il tennis moderno non tollera i comportamenti antisportivi più di ieri

Oggi però la sensibilità è molto cambiata e il pubblico è particolarmente attento ai comportamenti antisportivi durante un torneo. Questo a volte può funzionare da deterrente per chi abbia voglia di fare pressione sull’avversario con un semplice comportamento verbale e non verbale. La Sharapova è stata appena fischiata a Melbourne per aver utilizzato la pur legittima pausa del toilet break contro la Ashleigh Barty, match poi perso dalla russa. Perché il tennis professionistico si svolge ormai a livelli talmente alti che nessuno tra gli spettatori vuole perdere tempo o sentirsi preso in giro. Non vuole lo show, ma la sportività. Per la campionessa in particolare c’è anche una storia di doping che forse il pubblico non ha proprio ancora digerito. E anche la tecnologia da moviola e da occhio di falco, assente ai tempi di McEnroe, ha ormai ridotto pressoché a zero il margine nel quale i giocatori potevano esercitare prepotenza, rabbia, e anche una voglia di vincere a qualunque prezzo. 

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