L’Inter torna in vetta e lo fa in modo convincente. A Genova, contro il Genoa, la squadra di Chivu gioca un’ora di calcio intenso, ordinato e aggressivo, poi gestisce con qualche brivido finale il ritorno dei rossoblù. Basta così per prendersi tre punti pesanti, scavalcare Napoli e Milan e presentarsi alla Supercoppa italiana con fiducia e un umore recuperato dopo la beffa con il Liverpool.
Allenamento odierno ad Appiano Gentile solo per gli infortunati, per tutti gli altri giornata libera. L’#Inter partirà per Riad mercoledì, tutte le altre squadre voleranno già domani: destinazione Riad. #supercoppaitaliana pic.twitter.com/ed11aAiZiw
— Simone Togna (@SimoneTogna) December 15, 2025
Il successo del Ferraris è utile oggi e domani. Per la classifica e per il percorso di crescita di una squadra che, al netto di una flessione dopo il gol di Vitinha, ha mostrato idee chiare e una condizione atletica buona.
L’Inter convince soprattutto per ritmi alti e solidità. Con Akanji centrale al posto dell’acciaccato Acerbi, la linea difensiva regge bene l’urto, mentre sulle corsie emergono indicazioni interessanti. Senza Dumfries, Bisseck si scopre anche bomber, offrendo spinta e presenza offensiva a destra e dando una mano a un Luis Henrique ancora troppo timido nell’attacco della profondità.
In mezzo al campo, la regia di Zielinski al posto di Calhanoglu è fatta di lucidità e applicazione. L’ex Napoli abbassa i giri quando serve e dà ordine alla manovra. A sinistra, il tandem Sucic–Carlos Augusto conferma di essere qualcosa in più di una semplice alternativa: equilibrio, tecnica e continuità che allargano le rotazioni di Chivu.
Davanti, il volto dell’Inter resta Lautaro Martinez. In grande condizione, il capitano trascina i compagni con cattiveria agonistica, qualità tecnica e istinto da attaccante totale. È il fulcro della manovra verticale, ma anche il riferimento emotivo della squadra.
Con lui in campo tutto diventa più semplice, anche per chi gli gioca accanto. Pio Esposito può muoversi con maggiore leggerezza, crescere senza pressioni e imparare all’ombra di un campione che sa essere leader dentro e fuori dall’area.
L’Inter soffre solo nel finale, ma porta a casa quello che cercava: la vetta solitaria, una bella iniezione di fiducia e sensazioni positive. La strada verso la Supercoppa è tracciata, e il segnale al campionato è arrivato forte e chiaro.
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