Bergamo applaude la classe sopraffina di Josip Ilicic. In quella fantastica orchestra chiamata Atalanta, lo sloveno è certamente uno dei musicisti più importanti e raffinati. Un giocatore che ha confermato tutta la sua bravura nell’ultima partita di campionato, nella quale ha contribuito con una fantastica tripletta al debordante 0-7 ai danni del Torino. L’ultimo exploit di un’esperienza bergamasca che sta regalando al fantasista molte gioie, dopo una carriera vissuta sempre sulle montagne russe a livello di rendimento. All’Atalanta, il segreto di Ilicic è la continuità, sconosciuta a Palermo e Firenze.
Bergamo, Gasp e la svolta di Josip
L’esperienza di Ilicic con la maglia dell’Atalanta comincia nel 2017. Lo sloveno è infatti uno dei giocatori su cui punta in estate Gian Piero Gasperini per rinforzare la squadra, reduce da una straordinaria qualificazione all’Europa League l’annata precedente. Andato via dalla Fiorentina sbattendo la porta, Ilicic mette anima e corpo nella sua nuova avventura e cerca di entrare subito negli schemi del Gasp. Un inserimento graduale, ma che di fatto trasforma il giocatore: da talento discontinuo ad elemento costantemente determinante.
Già nel suo primo anno a Bergamo mette insieme 11 gol e 8 assist, ma il meglio deve ancora arrivare. Nella stagione 2018/19 conferma quanto di buono aveva fatto l’anno prima, con 12 reti e 7 passaggi vincenti. Una novità per la sua carriera, visto che la regolarità di rendimento non è mai stato il suo forte. Rispetto all’annata 2017/18, risultata determinante anche sul piano della leadership oltre che su quello tecnico. “Da vagone a locomotiva”: così Gasperini descrive la maturazione del suo giocatore in un’intervista.
Un processo che raggiunge picchi ancora più alti nel campionato in corso, sia a livello individuale che di squadra. L’Atalanta infatti, oltre che passare miracolosamente i gironi di Champions League, trita gli avversari con goleade memorabili. Oltre al recente 7-0 al Toro, da ricordare il 7-1 all’Udinese e i due 5-0 rifilati a Milan e Parma. Festival del gol che vedono tra i protagonisti lo sloveno, già a quota 13 gol e 5 assist in 17 partite. Una metamorfosi che rende Ilicic un giocatore di livello assoluto.
Le difficoltà a Palermo e a Firenze
Siamo sicuri che quello visto nei suoi primi anni in Italia fosse davvero Ilicic? Una domanda lecita, vista la clamorosa differenza con il giocatore attuale. Le prime stagioni dello sloveno in Serie A non erano state infatti un inno alla continuità. Arriva a Palermo nell’estate 2010 dal Maribor, grazie all’ottima prova fornita proprio contro i rosanero nei preliminari di Europa League.
Nei suoi primi mesi in Italia Ilicic è una furia, con 7 gol e 3 assist nel girone d’andata. Zamparini gongola per aver scovato l’ennesimo talento, ma il girone di ritorno del trequartista frena ogni entusiasmo: un solo gol segnato e prove sempre meno convincenti. Un rendimento altalenante come quello della stagione 2012/13, che vedrà il Palermo retrocedere in B dopo nove anni. Dopo i primi mesi da incubo, Ilicic si sveglia nel finale di stagione – 5 gol consecutivi tra la 30/a e la 34/a giornata -, ma ciò non basta per evitare la retrocessione.
È tempo di nuove sfide per Ilicic, che nell’agosto del 2013 passa alla Fiorentina per 9 milioni di euro. L’impatto con Firenze è traumatico: lo sloveno fatica ad inserirsi e i tifosi non risparmiano critiche feroci. Nella prima stagione in viola lascia poche tracce (3 gol in 21 partite) e la seconda non va meglio, tanto che a gennaio viene messo sul mercato della società. La cessione non si concretizza e lo sloveno cerca di recuperare la fiducia di tutto l’ambiente con un ottimo finale di campionato: 7 reti nelle ultime 6 gare.
L’anno successivo è tutta un’altra musica con Paulo Sousa in panchina, o almeno così sembra. Ai 9 gol segnati nel girone d’andata fa da contraltare un ritorno deludente sul piano realizzativo e del rendimento. Un continuo saliscendi che sembra non avere fine, prima del cambio di rotta a Bergamo grazie alle cure di Gasperini.