Ormai gli appassionati del tennis si sono abituati, i tempi cambiano si sa, e la moda ancor di più, ma i più maturi di noi sicuramente ricorderanno quando sui campi – in terra o erba che fossero – le regole erano molto più rigide di adesso. E quando a scontrarsi, di qua e di là della rete, erano solo uomini e donne di bianco vestiti. Una questione di stile, appunto, di rispetto di una tradizione antica, più che il tentativo di imporre una divisa. Ma insieme, un obbligo che inevitabilmente non poteva durare in eterno. Come dimostrano i fatti. Eppure a volte, in questi tempi di sponsorizzazioni selvagge e di mercificazione spinta, si sente la mancanza di quell’eleganza. Quella per la quale alcuni tennisti si sono da sempre distinti e sono rimasti nella storia di questo sport. Caratterizzato anche da qualche eccesso, più o meno tollerato, in verità …
Leggi anche: Tennis, stagione al via: Come cambiano gli outfit dei tennisti più famosi
[content-egg module=Ebay template=list next=1]
The Best, oggi
Prima di tornare a Fred Perry e René Lacoste, e in attesa di quella parentesi fuori dal tempo che sarà il Torneo di Wimbledon a luglio, non possiamo non iniziare da quello che è il maggior rappresentante del tennis moderno: Roger Federer. Del suo passaggio dalla Nike alla Uniqlo (convinto dai migliori benefit post-ritiro offerti dal brand giapponese) si è parlato ovunque, ma che vesta di bianco o di rosso, il campionissimo svizzero resta uno dei pochi ancora in grado di poter vantare uno stile inconfondibile. E molto personale, considerato quanto gli sponsor non riescano a stravolgerlo, a prescindere dalla fascia divenuta un suo vero e proprio marchio di fabbrica.
Consigli.it per voi: Wimbledon, non solo tennis
Borg (vs) McEnroe
Se non avete visto lo splendido film di Janus Metz Pedersen con Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf, rimediate al più presto. In pochi son riusciti a rendere – sullo schermo – un’epoca e un dualismo tanto forte e storico. D’altronde quello tra lo svedese e il quasi coetaneo statunitense (poi sfociato in una grande amicizia) resta uno dei più belli e leggendari. Le immagini della preparazione dei bagagli e per il match da parte del giovane e impeccabile Björn – mai scomposto, sempre con la sua fascia per capelli e i suoi pantaloncini bianchi – sono il perfetto esempio della definizione di ‘Classico’. Almeno in un un momento storico nel quale anche il completino giallo pastello della Sergio Tacchini indossato dal suo avversario (l’unico a vincere un torneo ATP in 4 decenni differenti!) faceva storcere il naso a qualcuno.
[content-egg module=Amazon template=list next=1]
[content-egg module=Amazon template=list next=1]
La fantasia al potere
Una battaglia persa, quella dei ‘classicisti’, soprattutto con l’avvento di alcuni personaggi che diedero davvero un significato nuovo al termine ‘di rottura’ per quel che riguarda le tenute da gioco. Le mise di Andre Agassi, spesso coloratissime e soprattutto all’inizio quasi scioccanti, anche per le fantasie sfoggiate e i cortissimi shorts, oggi non farebbero grande effetto (forse), ma allora… E se nel caso di Boris Becker c’è chi ha parlato di ‘logomania’ – tanto i marchi degli sponsor venivano privilegiati nell abbigliamento dentro e fuori dal campo – per quella irresistibile semidivinità che risponde al nome di Yannick Noah sarebbe difficile trovare una unica categoria. Forse tra i tennisti moderni più capaci di muoversi tra i confini di classico e moderno, capace di apparire originale anche in bianco e di far digerire certe scelte… Come quella della maglia a strisce bianche e nere sfoggiata proprio a Wimbledon o quelle più colorate brandizzate Le Coq Sportif.
[content-egg module=Amazon template=list next=1]
Leggi anche: John McEnroe, 29 anni fa l’epica espulsione dagli Australian Open
[content-egg module=Amazon template=list next=1]
Leggende immortali
Proseguendo in questo ideale viaggio a ritroso, e lasciandoci alle spalle i giocatori più colorati del tennis moderno (più che contemporaneo), impossibile non chiudere con un altro terzetto di nomi entrati nella leggenda di questo sport. Come quello di Arthur Ashe, legatissimo ai suoi occhialoni quanto al preppy style molto New England anni 60 dei suoi gilet dai motivi patriottici in bianco rosso e blu. O quello di Fred Perry, tre volte vincitore di Wimbledon morto nel 1995, che sicuramente avrete visto in foto d’epoca giocare indossando degli inusuali pantaloni lunghi come se nulla fosse. O anche di René Lacoste, il cui coccodrillino ancora oggi continua a campeggiare su molti dei nostri capi, il cui amore per il Total White si spinse fino alle calzature…
[content-egg module=Ebay template=list next=1]
[content-egg module=Amazon template=list next=1]
[content-egg module=Amazon template=list next=1]