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Taglio degli stipendi: scontro tra Lega, club e calciatori. Tommasi: “Un’intera categoria messa alla gogna”

Tutti contro tutti. I club di Serie A e i calciatori non hanno ancora trovato un accordo sul taglio degli stipendi. La Lega intanto ha deciso le linee guida per discutere il taglio con i tesserati. L’intervento prevede una riduzione di 1/3 dello stipendio in caso si fermi completamente il campionato e di 1/6 qualora si riprenda a giocare nei prossimi mesi.

Sull’altro piatto della bilancia c’è l’Assocalciatori di Damiano Tommasi, che parla di “schizofrenia” perché “quella pubblicata dalla Lega non è una proposta, ma un suggerimento alle società. Non c’era nessun accordo da trovare perché non abbiamo mai parlato con la Lega di taglio di stipendi o di riduzione. Si mette alla gogna un’intera categoria per ottenere benefici economici, ma ci si dimentica che questi stipendi sono previsti dalle società e pagati dalle società. La soluzione si trova quando tutti sono disposti a fare la propria parte. I calciatori la stanno facendo”. Sui social, però, gli utenti si sono schierati contro i giocatori.

“I club provocano, valutiamo gli svincoli”

“Una provocazione”. Il vicepresidente dell’Aic, Umberto Calcagno, è ovviamente allineato a Tommasi e definisce così la decisione dei club di Serie A di tagliare del 33% gli stipendi dei calciatori, nel caso in cui non si dovesse tornare a giocare in questa stagione. “L’assemblea non ha alcun potere giuridico sulle contrattazioni, già in atto tra i club e i calciatori. L’unica parte che ha valore giuridico della nota delle società è l’ultima, in cui si dice che dovranno negoziare le modifiche contrattuali con gli atleti. Mi pare che si chieda solo a quest’ultimi di fare la loro parte, quella degli altri mi sfugge”.

Calcagno non esclude di procedere per vie legali per ottenere lo svincolo: “Se l’atteggiamento di qualche presidente dovesse essere irrispettoso verso i giocatori, non è da escludere che si possa arrivare a contenziosi sul dovuto o sul non dovuto. C’è anche la prospettiva, per qualcuno, di mettere in mora la società e svincolarsi”. E sulla creazione di un fondo per l’emergenza: “Una parte delle rinunce degli stipendi è destinato al fondo, questa è la nostra proposta. Quando si riprende? Quando il Coronavirus ce lo permetterà, dobbiamo lavorare per farci trovare pronti”.

“Il calcio dovrà ridimensionarsi”

Ma cosa pensano le società? Queste le parole di Andrea Carnevali, ad del Sassuolo: “Deve esserci del buon senso da parte i tutti: si parla di diatriba tra club e giocatori, ma sappiamo che ci sono aziende in crisi totale e dobbiamo capire cosa fare nel modo migliore. Nella difficoltà, chi ha la possibilità deve dare un contributo”. Il dirigente neroverde critica gli scontri verbali che stanno caratterizzando la trattativa: “Sono inammissibili in una situazione del genere. Abbiamo un ottimo rapporto con i nostri giocatori, con cui abbiamo già iniziato a parlare. Sono certo che troveremo un accordo. Gli stipendi sono un problema relativo, dopo questa emergenza il mondo sarà diverso e per il calcio sarà un bene ridimensionarsi”.

Commisso: “Juve esempio da seguire”

Più netta la posizione di Rocco Commisso, patron della Fiorentina, che da New York fa sapere che “la Lega di Serie A ha preso esempio dal più grande club italiano che è’ la Juventus. I giocatori rappresentano il costo più grande per le aziende, se non fanno la loro parte, come si può andare avanti?”. Il presidente viola sottolinea che “i giocatori devono guardare più a lungo termine, non da un mese all’altro. Non è che in questi anni non sono stati pagati, stiamo chiedendo loro un piccolo sacrificio. Se non possono farlo loro, cosa succederà in serie B, C o D? Facciamo tutti la nostra parte e salviamo il futuro del calcio”.

Cuadrado: “Spero che gli altri club ci imitino”

E i calciatori? Tra chi si espone c’è Juan Cuadrado, terzino della Juventus. “Il capitano, Giorgio Chiellini, ha parlato con la società poi ci ha comunicato tutto sulla chat di squadra su Whatsapp. L’abbiamo trovato giusto. In un momento delicato come questo è normale che ognuno di noi dia il suo contributo. Speriamo di essere d’esempio per gli altri”.

Ulivieri: “Dalla Lega tono padronale”

Infine, gli allenatori. Renzo Ulivieri, presidente dell’associazione di categoria, definisce “estemporanea” la dichiarazione della Lega Serie A “perché ancora non sappiamo che fine faranno i campionati: quindi lascia il tempo che trova. Saranno le leggi statali e le norme della Figc a regolare le singole posizioni”. Poi l’attacco ai modi: “Vorremmo evitare ogni tipo di polemica, perché non è tempo. Semmai il tono, che ci pare padronale, ovviamente non ci garba. I nostri allenatori di alto livello sono andati oltre la disponibilità perché hanno manifestato sin da subito la volontà di contribuire. Però va ricordato che alle dipendenze delle società di calcio ci sono istruttori, preparatori e collaboratori che hanno meri redditi di lavoro, anche al di sotto delle medie nazionali. Su questi redditi non è ammissibile pensare ad alcuna riduzione. Per umanità”.

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