
È stata una settimana da incorniciare per Alexander Bublik, culminata con il successo nella finale dell’ATP 500 di Halle. Il tennista kazako ha sconfitto per la prima volta in carriera Daniil Medvedev, con il punteggio di 6-3 7-6, interrompendo una serie negativa di sei sconfitte nei precedenti contro il russo.
Un’affermazione prestigiosa, arrivata dopo un torneo in cui Bublik aveva già impressionato, eliminando anche il numero uno al mondo Jannik Sinner in semifinale. A suggellare il momento magico, il ritorno in top 30 del ranking ATP (guadagna 15 posizioni) e la certezza di essere testa di serie a Wimbledon.
He is BACK 💪
— Tennis TV (@TennisTV) June 22, 2025
The moment Bublik claimed his first-ever win over Medvedev for the Halle title#TWO25 pic.twitter.com/lP3MU3KsNJ
Dominio al servizio e freddezza nei momenti chiave
Nel primo set, dopo aver annullato una palla break nel game inaugurale, Bublik ha concesso soltanto 3 punti in tutto il set alla battuta. Il break decisivo arriva sull’8° gioco, coronato da un parziale finale di 12 punti consecutivi per il kazako.
Il secondo parziale è stato più equilibrato, con Medvedev bravo a salvare tre palle break, una delle quali sul 3-3. Il russo si è procurato anche un set point sul 5-4, annullato da una splendida smorzata di Bublik, che ha poi trascinato il set al tie-break.
Un tie-break in “god mode”
Nel gioco decisivo, Medvedev parte meglio e si porta avanti 4-1, ma Bublik cambia marcia: infila un parziale di 6 punti consecutivi e chiude il match, conquistando il suo primo titolo stagionale e il secondo ad Halle, dopo quello vinto nel 2023.
Bublik: top 15 sull’erba e mina vagante a Wimbledon
L’ex campione statunitense Andy Roddick lo aveva detto: “Sull’erba, Bublik è uno dei 10-15 migliori al mondo”. E il kazako ha dato piena dimostrazione di questa qualità. Giocatore imprevedibile ma dal talento cristallino, “Sascha” è riuscito finalmente a esprimere il suo potenziale nei momenti più importanti.
Con questo risultato, non solo torna tra i migliori 30 del mondo, ma sarà una mina vagante pericolosa a Wimbledon, torneo in cui ha già dimostrato di potersi esaltare.
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