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Le conseguenze per Acerbi dopo il no alla Nazionale: cosa dice il Regolamento

Francesco Acerbi ha deciso di non rispondere alla chiamata del CT Luciano Spalletti per i confronti di qualificazione ai Mondiali 2026 contro Norvegia e Moldavia. Questo rifiuto, raro nella storia del calcio italiano, ha portato l’allenatore a rendere pubblica la situazione con un laconico: “Prendiamo atto e si va avanti”. Ma quali sono le potenziali conseguenze per Acerbi?

La Regola 76 delle NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) della FIGC è chiara: i calciatori che declinano una convocazione senza un impedimento giustificato, come un infortunio, rischiano una squalifica da scontare con il proprio club durante le partite ufficiali.

Inoltre, il comma 3 aggiunge che chi sostiene di essere infortunato o malato e non si presenta, non può partecipare alla partita successiva del club dopo la convocazione mancata. Una normativa chiara e inequivocabile. (continua dopo la foto)

Teoricamente, Acerbi potrebbe subire una squalifica in una partita ufficiale con l’Inter. Tuttavia, ciò richiederebbe una segnalazione ufficiale da parte della Federazione agli organi disciplinari competenti. Attualmente, non sembra esserci l’intenzione di seguire questo percorso.

Le dichiarazioni di Spalletti indicano una chiusura della questione sia sportivamente che umanamente. Nessuna polemica o deferimento sembra in vista, solo l’accettazione della scelta di Acerbi, sottolineando che se un giocatore non è motivato, è meglio rispettare la sua decisione.

Il caso di Acerbi rappresenta un precedente significativo. In un contesto in cui la convocazione in Nazionale è un onore, un rifiuto volontario, in assenza di infortuni o ostacoli, è un atto di rilievo. Anche se la FIGC non prenderà provvedimenti, resta da chiedersi: quale messaggio trasmette questo comportamento agli altri calciatori e all’opinione pubblica?

Per ora, la risposta si trova nelle parole di Spalletti, con la serenità di chi conosce i meccanismi del calcio: “Prendiamo atto e si va avanti”.

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