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Napoli verso lo scudetto: merito della difesa e di… super-Jack

Napoli, tre punti di vantaggio, tre partite alla fine e due gare su tre da giocare al Maradona. Il Napoli vede lo scudetto e, anche se non lo urla, comincia a sentirne il profumo. La squadra di Antonio Conte, pur falcidiata dagli infortuni e orfana da gennaio di Kvaratskhelia, si è aggrappata a una certezza: la difesa. E a un jolly, ormai non più tanto sorprendente: Giacomo Raspadori.

Nessuno chiede spettacolo a maggio. Non adesso, non con diversi giocatori fuori uso. Il Napoli non brilla, ma vince. E basta. A Lecce è bastato un lampo di Raspadori – finalmente nel suo ruolo, seconda punta – per portare a casa tre punti pesanti come pietre. Era partito dalla panchina nelle ultime cinque, ma Conte non aveva scelta. E lui ha risposto presente.

La vera impalcatura del sogno però è là dietro. Senza Buongiorno e Juan Jesus, Conte ha piazzato Olivera al centro della difesa. Esperimento? No, mossa da stratega. L’uruguaiano aveva già ricoperto quel ruolo in nazionale, e al Via del Mare ha fatto una partita da leader. Il Napoli non subisce gol, non concede tiri, la difesa è un muro impenetrabile.

Conte non cerca applausi, cerca risultati. E il suo Napoli li sta trovando anche quando gioca maluccio. Lobotka si è aggiunto alla lista degli infortunati, ma la squadra tiene. È stanca, sì. Manca la brillantezza dei mesi migliori. Ma ha trovato una compattezza che vale oro. E sa che sette punti nei prossimi tre turni basteranno per chiudere i giochi, senza dover guardare l’Inter.

Due match in casa – contro Genoa e Cagliari – e la trasferta a Parma, la più insidiosa. Lì ci sarà da soffrire, perché gli emiliani si giocano la salvezza e non regaleranno nulla. Ma con tre punti di vantaggio, il Napoli può permettersi perfino un pareggio. E paradossalmente, non avere l’obbligo di vincere aiuta a vincere.

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