Era il 19 novembre 2016 quando un’Italrugby ingessata da decine di sconfitte consecutive sorprese il mondo dello sport battendo niente meno che il Sudafrica, una delle squadre più forti del mondo. Quel 20-18 di Firenze passò alla storia. Che il sogno di ripeta è forse un’utopia, ma la carica che hanno fornito le ultime due vittorie alla World Cup del Giappone una speranza la danno. “Rispetto a tre anni fa il Sudafrica è cambiato, ma anche noi non siamo gli stessi. C’è un mix di giocatori di esperienza con un gruppo di giovani molto interessanti che si è integrato al meglio. Tutti – ha dichiarato Tommaso Benvenuti – stiamo lavorando duro per assimilare sempre più il piano di gioco e centrare risultati importanti”.
Gli azzurri di Conor O’Shea, reduci dalle vittorie con largo margine contro la Namibia e contro il Canada (che sì, erano prevedibili, ma non scontate) sfideranno gli Springbok il 4 ottobre, alle 11.45 ora italiana, in diretta tv su Rai 2 – nel terzo match del Pool B. Il quarto sarà contro un’altra super potenza, gli All Blacks. L’Italia si è assicurata il 3° posto nel girone, e la qualificazione ai Mondiali 2023 è praticamente certa, ma l’impegno di dopodomani sarà uno dei più ardui mai affrontati.
Le difficoltà degli azzurri
Non solo per gli sfidanti in sé, vincitori di due Coppe del Mondo, eternamente presenti nella top 5 del World Ranking, ma anche perché gli azzurri stanno dando delle pessime prove da diverse stagioni a questa parte. Nessuna vittoria al 6 Nazioni da tempo immemore (2016, 2017, 2018 e 2019 finiti con 0 punti) fanno un brutto curriculum, tanto che non pochi si chiedono se non sia opportuno far uscire l’Italia dal torneo. Non va meglio su altri fronti: dall’arrivo del ct irlandese l’Italia ha segnato una percentuale di vittorie inferiore al 20 per cento.
Questa è dunque un’occasione importante di riscatto, e gli azzurri si stanno intensamente allenando a Shizuoka già da alcuni giorni. Diversi sono gli esordienti al Mondiale, e potrebbero essere proprio loro a dare nuova linfa alla Nazionale in stallo, come hanno fatto con i primi due match in Giappone.
Il record di Sergio Parisse
La formazione ufficialmente convocata da O’Shea vede la conferma della coppia mediana Allan e Tebaldi, sulle ali posiziona Benvenuti e Campagnaro, mentre la maglia numero 15 sarà indossata nuovamente da Minozzi. Confermato il capitano Sergio Parisse, che con il prossimo match diventerà l’azzurro più presente di sempre ad un mondiale, con 15 caps, e il giocatore più presente nella propria Nazionale con 142 caps. Ai centri torna Hayward e rientra Morisi col numero 12 dopo l’esordio contro la Namibia. In prima linea Ferrari, Bigi e Lovotti, terza linea Polledri e Steyn, seconde linee Budd e Sisi.