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Milan, l’ex portiere Galli sceglie Allegri per il dopo Fonseca: “In due minuti rimette in piedi la squadra”

Al Milan sono tutti sotto esame, come abbiamo raccontato in un articolo stamattina. E il primo ad essere sotto esame, non da oggi, è Paulo Fonseca. L’allenatore portoghese ex Roma e Lille, arrivato in estate, finora non ha convinto nonostante alcune prove brillanti della squadra. Quello che sembra mancare di più al suo Milan sono il carattere nelle difficoltà e l’equilibrio generale. E considerati gli ultimi fatti anche la disciplina.

Il tiro a bersaglio su Fonseca non è un esercizio di stile. Non solo gli addetti ai lavori auspicano un cambio tecnico alla guida dei rossoneri se non ci sarà una svolta di gioco e risultati nelle prossime 2/3 partite dopo la sosta per le nazionali. Molti ex Milan hanno detto la loro, ultimo oggi il portiere Giovanni Galli, che molti ricorderanno per l’esperienza alla Fiorentina lunga sette anni ma che vestì la casacca rossonera per quattro stagione, dal 1986 al 1990. Galli ha un solo nome per il dopo Fonseca, quello di un grande ex: Massimiliano Allegri. (segue dopo la foto)

Allegri sulla panchina del MIlan nel 2014

“Se si punta a una svolta immediata, il nome giusto è quello di Allegri”, ha detto Galli. “Max è pragmatico e in due minuti ti rimette in piedi la squadra: difesa ferrea e davanti spazio alle individualità – spiega l’ex estremo difensore della Nazionale allontanando un possibile approdo di Sarri a Milano -. Maurizio è molto bravo, ma ha bisogno di allenare tutti i giorni con la squadra. Ergo gli serve tempo e può pagare dazio all’inizio: va aspettato nei primi due/tre mesi per raccogliere i frutti del suo lavoro”. .

Nell’intervista rilasciata alla giornalista di Libero Giulia Stronati, Galli ha sottolinerato come al Milan manchi una componente italiana puntando il dito verso i giocatori per quanto stia accadendo in campo. “Per essere da Milan non servono solo i piedi buoni, ma bisogna essere anche uomini veri. Ai rossoneri manca lo zoccolo duro di giocatori italiani, che diano il senso di appartenenza. Per gli stranieri purtroppo un club vale l’altro: non sanno il valore di quella maglia che va onorata sempre. Per i tifosi e per la storia dei campioni con la C maiuscola che l’hanno indossata. Non come certi pseudo top player odierni della squadra che della parola campioni non hanno neanche la C iniziale – aggiunge l’ex portiere toscano – C’era stato il precedente del cooling-break con la Lazio, adesso iniziano a essere troppi certi episodi. Baresi, Massaro e Ibra devono far capire come si sta al Milan. Al Milan non ci si diverte: si lavora e si suda per rendere onore alla sua storia. Mi spiace per Fonseca: lo ritengo un bravo allenatore, che avrebbe avuto bisogno di un supporto maggiore da parte di tutti. Gli episodi di Firenze non sono un bel segnale per lui …”.

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