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Bill Walton: il gigante leggenda del basket

Bill Walton a Los Angeles

Bill Walton ha scritto la storia del basket. E’ stato uno dei più grandi centri di sempre. Storia, carriera e infortuni: al picco della sua forma non c’era nessuno migliore di lui nel suo ruolo. E’ scomparso all’età di 71 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro.) Cestista statunitense nella NBA, nonostante i moltissimi infortuni, una personalità particolare e uno stile di vita eccentrico è riuscito a raggiungere un picco in cui è stato senza dubbio il più bravo di tutti. Un impatto – quello in NBA – che è stato forte e iconico nonostante la carriera breve e spezzettata. Andiamo quindi a scoprire meglio Bill Walton: il gigante leggenda del basket.

Bill Walton
(Foto di Mansoor Ahmed/WireImage)

Gli inizi della carriera

Bill Walton è nato il 5 novembre 1952 a La Mesa, dove cresce e frequenta la Helix High School. Da ragazzo gioca sempre nel ruolo di guardia e grazie alla sua leadership la Helix vince 49 partite consecutive. John Wooden, coach di UCLA, rimane impressionato dai report su Walton dei suoi scout e decide di andare a reclutarlo di persona. A UCLA Walton con i Bruins chiude imbattuto le sue due prime stagioni, con altrettanti titoli nazionali. Nel 1973, in finale NCAA contro Memphis State, Walton segna 44 punti con uno straordinario 21 su 22 al tiro. Al suo anno da senior, la striscia di vittorie di UCLA viene interrotta a quota 88 da Notre Dame. Mentre North Carolina State interrompe invece il filotto di sette titoli NCAA consecutivi, sconfiggendo i Bruins all’overtime nelle semifinali nazionali.

I successi in NBA

Il debutto in NBA di Bill Walton è con la maglia NBA dei Portland Trail Blazers. Le aspettative su di lui sono altissime, ma i problemi fisici gli rendono un mezzo inferno le prime due stagioni. Alla terza annata le cose vanno meglio: Walton gioca 65 partite con 18.6 punti e quattordici rimbalzi a partita. Nel 1977 i Trail Blazers di Walton e coach Jack Ramsay arrivano in finale contro le stelle dei Philadelphia 76ers, trascinati da Julius Erving. In tutte le finali Walton è impeccabile e straripante e i Blazers vincono la serie in sei gare.

L’anno dopo sembra andare ancora meglio: record di 48-10, ma Walton a un certo punto è costretto al forfait per via dei soliti dolori ai piedi. Senza di lui la squadra precipita e la separazione fra le parti è rancorosa. Il giocatore incolpa staff medico e management per la cattiva gestione del suo recupero. Nella stagione 1985-1986 Walton torna in forma e con la maglia dei Boston Celtics contribuisce alla causa da sesto uomo. Poi tornano gli infortuni e a questo punto Bill decide di dire basta e annunciare il ritiro dal basket giocato. La carriera di Bill Walton è unica nel suo genere. A UCLA è uno dei talenti più cristallini della storia del college basketball, ma tra i professionisti il suo apice dura di fatto un anno e mezzo: dal 1976 a inizio 1978 con la maglia dei Blazers.

Bill Walton
(Foto di Hank Delespinasse /Sports Illustrated via Getty Images)

La morte di Bill Walton

Subito dopo la fine della carriera di giocatore, Bill Walton inizia a lavorare come commentatore per diversi canali televisivi. Anche in questo caso si riesce a imporre in modo decisamente singolare, visto che soffriva di balbuzie. Walton ha raccontato come è riuscito a superare i suoi problemi: “Quando avevo 28 anni, un incontro casuale a un evento con il commentatore Marty Glickman cambiò completamente la mia vita. [..] Quel giorno, in una conversazione molto breve e privata Marty mi spiegò che parlare, comunicare era un’abilità, non un dono o un diritto di nascita e che come qualsiasi abilità, che si tratti di sport, musica, affari o qualsiasi altra cosa, doveva essere sviluppata nel corso di una vita di duro lavoro, disciplina, organizzazione e pratica“.

Il suo stile istrionico e un mood un po’ hippie lo vedono arrivare a ogni partita con abiti particolari. Spesso vestiti colorati, a volte con parrucche e occhiali da sole. Bill Walton è morto nel maggio del 2024 all’età di 71 anni per colpa di un cancro di cui era malato da tempo.

Il commissioner Nba Adam Silver nel comunicato ufficiale con cui la lega ha dato la triste notizia ha dedicato il seguente messaggio a Bill: “Ha ridefinito cosa vuol dire giocare da centro. Quello che però mi ricorderò di più pensando a lui è il suo entusiasmo per la vita, il suo sorriso sempre presente e la sua disponibilità a condividere tutto quello che conosceva e che aveva imparato“.

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