Lotta a tre. Dopo la caduta della Juventus a Verona, Inter e Lazio hanno agganciato la Vecchia Signora in vetta e sono pronte a darle battaglia fino alla fine nella corsa scudetto. Il problema, però, è il calendario. Nemmeno il tempo di mettere pressione a Sarri che questo weekend Inzaghi e Conte si affronteranno all’Olimpico nella partita che vedrà la vincente tra Lazio e Inter diventare l’anti-Juventus nella volata per il titolo. Qualche ora prima i bianconeri riceveranno allo Stadium il Brescia: superandolo metterebbero ancora più pressione alle due rivali.
Difese di ferro e molta precisione
Per la prima volta in Serie A si assiste a una partita tra due squadre che mettono insieme 107 punti in classifica già alla 24/a giornata. Il record precedente è di 106 punti in Napoli-Lazio, stagione 2017-18. Anche in quel caso, comunque, a vincere il titolo fu la Juventus. Rispetto a quel campionato, però, Lazio e Inter sono le due formazioni che sin qui hanno incassato meno reti di tutte: appena 20. E sono anche le due squadre con la più alta percentuale di tiri nello specchio (54,3 per cento i nerazzurri; 51,4 i biancocelesti).
Non solo Immobile contro Lukaku
Lazio e Inter hanno in comune tante altre cose, come ad esempio il modulo: 3-5-2, con tanta qualità in mezzo al campo. Schieramenti a specchio e duelli notevoli. A partire da Immobile contro Lukaku. Il primo non segna da due partite, ma resta il capocannoniere con 25 reti nonché il miglior marcatore casalingo (15, insieme a CR7). Il secondo insegue a 17 ed è il miglior marcatore stagionale in trasferta dei maggiori cinque campionati europei (12).
Dietro ai panzer da copertina, però, ci sono veri e propri eserciti. La Lazio ha in Strakosha il miglior portiere del campionato, mentre l’Inter deve fare ancora a meno di Handanovic, sostituito da Padelli. Occhi poi sui terzetti difensivi: i biancocelesti dovrebbero schierare Felipe e Radu ai lati di Acerbi, mentre l’ex De Vrij guiderà il pacchetto completato da Skriniar e Bastoni, in vantaggio su Godin.
Duelli sulle fasce: l’estasi del 3-5-2
Capitolo centrocampo, a cominciare dai duelli sulle fasce: un altro ex, Candreva (più di Moses), ha di fronte Jony (Lulic è infortunato). Young, invece, deve vedersela col velocissimo Lazzari. In mezzo, i mediani sono da una parte Lucas Leiva e dall’altra Brozovic. Tanta esperienza, ma anche tanta intensità. Alla qualità ci pensano le mezzali. Quelle scelte da Inzaghi sono Milinkovic-Savic e Luis Alberto, mentre Conte asi affida a Barella ed Eriksen, vicino all’esordio da titolare. Più defilato Vecino, ‘eroe’ nel Lazio-Inter 2017-18 che valse il ritorno in Champions all’allora squadra allenata da Spalletti.
Davanti, oltre a Immobile e Lukaku, due degli attaccanti più decisivi del campionato: Caicedo e Lautaro Martinez. Il primo ha segnato 8 reti, quasi tutte decisive. Il secondo, a quota 11, rientra dopo la lunga squalifica e vuole tornare a incidere. Un’occhiata ancora ai gol fatti: la Lazio ha il secondo miglior attacco con 53 reti segnate, l’Inter ha il terzo con 48. Difficile aspettarsi uno 0-0. Anche se la Juventus farà il tifo per il pareggio.
Dal 5 maggio allo striscione “Oh, noooo”
Lazio-Inter è una partita che vale tanto nella corsa scudetto 2019-2020, ma poche volte è stata una gara banale. I precedenti totali sono 153, con l’Inter in vantaggio per quel che riguarda le vittorie generali. I biancocelesti, però, sono avanti se si considerano le sfide disputate all’Olimpico: 26-22, con 28 pareggi. Occhio, però: i nerazzurri hanno perso solo una volta negli ultimi sette incroci, a fronte di cinque vittorie e un pari. E per quattro volte ha mantenuto la porta inviolata. Di contro, la Lazio ha perso le ultime tre partite interne di Serie A contro l’Inter: si tratta della striscia aperta più lunga di sconfitte a Roma per i biancocelesti nel massimo campionato.
Ci sono comunque quattro Lazio-Inter che spiccano su tutti gli altri. Il primo, che è valso un trofeo, è datato 6 maggio 1998. Parigi, stadio Parco dei Principi, teatro di una finale di Coppa Uefa tutta italiana. Vinta 3-0 dall’Inter con reti di Zamorano, Zanetti e Ronaldo. Il 5 maggio 2002, 1.460 giorni dopo quel successo, il pianto di Ronaldo in panchina, dopo il triplice fischio di un Lazio-Inter che vide i nerazzurri perdere uno scudetto praticamente vinto alla vigilia dell’ultima giornata. I biancocelesti lo scucirono all’Olimpico, vincendo 4-2, assegnandolo di fatto alla Juventus (per i bianconeri era il numero 26). Curiosità: nel 4-2 mise la sua firma anche Simone Inzaghi, mentre tra i campioni d’Italia di quell’anno, a Torino, c’era in rosa Antonio Conte.
Sempre a maggio, questa volta il 2 del 2010, ancora un Lazio-Inter importante per la conquista dello scudetto. La Roma aveva appena vinto a Parma, andando a +1 sulla squadra di Mourinho. Nel posticipo, però, i nerazzurri si riprendono la vetta, vincendo 0-2 all’Olimpico con reti di Samuel e Thiago Motta. Partita che resta nella storia soprattutto per lo striscione esposto dai tifosi della Lazio dopo il primo gol nerazzurro: un sarcastico “Oh nooo”, indirizzato ai rivali giallorossi. Otto anni dopo, il 20 maggio 2018, la Roma però si gusta la vendetta. La squadra vince a Sassuolo mentre la Lazio cade in casa contro l’Inter, perdendo così la possibilità di qualificarsi in Champions, lasciando il posto proprio ai nerazzurri. Sugli spalti del Mapei, dunque, un altro “Oh nooo”. Ma esposto questa volta dai supporter della Roma.