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Baratro Fiorentina: notte di tensione al Franchi, Vanoli ora rischia davvero

Vanoli a rischio esonero

Fiorentina, blindati della polizia all’esterno del Franchi, tifosi sparpagliati dietro lo storico Bar Marisa, l’aria densa di rabbia e attesa. Dentro, una squadra chiusa nello spogliatoio, prigioniera dei propri silenzi e di una crisi senza fine. Alle 19.20 la squadra lascia lo stadio su van neri dai vetri oscurati, niente pullman ufficiale. Direzione Viola Park, Bagno a Ripoli. Ritiro immediato, “fino a data da destinarsi”, come recita la nota del club.

Una notte che porta consiglio, o almeno ci prova. Perché dopo la nona sconfitta in campionato, il clima è diventato incandescente. Il dg Alessandro Ferrari, contestato sotto la balaustra, e il ds Roberto Goretti, finito nel frullatore, sono rimasti soli a gestire una situazione sempre più fragile. Al centro del ciclone c’è Paolo Vanoli, scelto per sostituire Stefano Pioli e ora appeso a un filo.

Il bilancio non fa sconti: due pareggi contro Genoa e Juventus, tre sconfitte con Atalanta, Sassuolo e Verona. In Conference League il ko interno con l’Aek Atene e la vittoria sulla Dinamo Kiev non bastano a raddrizzare la rotta. Vanoli ha messo anima e cuore, ma i risultati non arrivano. E, soprattutto, la squadra sembra aver smarrito le poche certezze che aveva.

Le dichiarazioni contraddittorie sul rigore non battuto da Gudmundsson, l’ostinazione sul 3-5-2 quando il 4-2-3-1 visto giovedì funzionava, l’accantonamento di Piccoli, la confusione sul regista, la scarsa verticalità e una difesa che continua a concedere troppo. I capi d’accusa si accumulano e il tecnico appare lui stesso in difficoltà, lontano dall’idea di una squadra riconoscibile. (continua dopo la foto)

La società riflette in silenzio. Ufficialmente, solo ritiro e silenzio stampa. Al Viola Park restano Ferrari e Goretti, mentre Rocco Commisso, nell’intervista concessa alla Nazione, ha spiegato di non poter affrontare al momento un lungo viaggio. A loro spetta decidere se proseguire con Vanoli almeno fino all’impegno di giovedì a Losanna, ultima gara del girone di Conference, o concedergli un’ultima prova d’appello domenica al Franchi contro l’Udinese.

Le alternative sono sul tavolo: la soluzione interna con Daniele Galloppa, che vola con una Primavera capolista e reduce dall’ennesima vittoria, oppure il clamoroso ritorno di Stefano Pioli, ancora sotto contratto fino al 2028. Un’opzione complessa, anche per motivi economici e per una separazione mai davvero digerita.

Intanto il tempo stringe e la classifica fa paura. La sensazione è che il margine d’errore sia ormai ridotto al minimo. Come cantava Piero Pelù, “il paradiso è un’astuta bugia”. E per la Fiorentina, oggi, l’incubo di scivolare verso la Serie B è sempre più concreto.

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