“Chi se ne frega di Elena Pero“. È la stessa voce del tennis di Sky a dirlo, con quella leggerezza che è poi la sua cifra più riconoscibile. Al centro non ci sono mai i telecronisti, ma lo sport, i giocatori, le emozioni. Nell’intervista rilasciata a Fanpage, Pero racconta il tennis di oggi partendo dalla grande rivalità tra Sinner e Alcaraz, passando per l’evoluzione del pubblico, fino ad arrivare alla commozione per Wimbledon. Senza filtri, senza retorica.
Elena Pero è nettamente la migliore, uomini e donne inclusi,prima voce che abbiamo in Italia,quindi teniamocela stretta https://t.co/fIjdvr9xnR
— Luca Deiana (@Deiana_Luca9) December 5, 2025
Per Elena Pero, ogni grande rivalità resta legata alla propria epoca. Federer-Nadal ha segnato un passaggio storico, ha portato il tennis a un altro livello di popolarità. Oggi Sinner-Alcaraz coinvolge un pubblico diverso, più giovane e più ampio, anche perché c’è finalmente un campione italiano al centro della scena. Pero rifiuta i paragoni forzati: “Ogni rivalità appartiene al suo tempo”. Ma il valore resta identico: senza Alcaraz, Sinner non sarebbe lo stesso, e viceversa. Il confronto è ciò che rende entrambi più grandi.
Nel racconto della telecronista emerge anche il cambiamento del pubblico: oggi molti si avvicinano al tennis passando direttamente da Sinner, senza un percorso precedente nello sport. Il modo di raccontare, dice, è rimasto lo stesso. È cambiato chi ascolta. Sul rapporto con Paolo Bertolucci, Pero parla di fiducia, competenza e ironia. Nessuna posa, nessun “ai miei tempi”. Solo tennis vissuto nel presente.
Elena Pero non segue i social, non legge le polemiche. Le critiche la infastidiscono, e sceglie di restarne fuori. “O ti impunti o ti tiri fuori“, dice, senza ipocrisie. Per lei il racconto deve restare leggero, pulito, concentrato sui giocatori, non su chi li commenta.
Su Sinner, Pero racconta di aver colto subito che ci fosse qualcosa di speciale: lo dicevano tutti, soprattutto Riccardo Piatti. Oggi Jannik è un leader, anche se di natura resta un ragazzo discreto, costretto a convivere con una visibilità totale.
E poi c’è Wimbledon. Qui la voce cambia registro: “Mi viene da piangere”. Non esaltazione, ma vera commozione. Il percorso di Sinner da Parigi a Londra diventa un romanzo di formazione che tocca corde profonde. È bello, dice. Semplicemente bello.
Sul tennis di oggi, Pero è netta: la nuova generazione corre più veloce. Sinner e Alcaraz hanno poche debolezze tecniche e caratteriali. Gli altri faticano a stare al passo. Ma ciò che le sta più a cuore non è il dominio, bensì il rispetto: due rivali che si guardano negli occhi, si sorridono, si stringono prima di giocarsi una finale. È qui che, secondo Elena Pero, lo sport mostra il suo volto più vero. E anche il più necessario.
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