Big Six (Grandi sei) è il termine con cui si identificano le squadre storicamente più forti e dominanti in Premier League, quelle che – salvo rare eccezioni – si contendono la vittoria del campionato e gli altri tornei della stagione. Si tratta di Manchester City, Manchester United, Arsenal, Tottenham, Chelsea e Liverpool.
Molti dei successi di queste squadre passano per i campioni che hanno a contratto, com’è ovvio, ma il calcio è un gioco di squadra, e spesso le sfumature che portano alla vittoria dipendono da quei profili che stanno lontani dai riflettori. In questo inizio di Premier League, alcuni di loro sono stati troppo bravi per essere ulteriormente ignorati.
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Nico Gonzalez, Manchester City
Nella squadra che può contare sul miglior centravanti del mondo c’è un centrocampista che in pochi mesi è diventato un pezzo essenziale della scacchiera: arrivato dal Porto a gennaio, Nico Gonzalez serviva originariamente a sopperire alla mancanza dell’infortunato Rodri, e ha portato con sè diversi dubbi sul suo inserimento in un sistema peculiare come quello di Pep Guardiola. Contro molti pronostici, invece, Gonzalez sta mostrando un’intensità e una durezza fisica sorprendente persino per gli standard della Premier League. Al momento, questo centrocampista è primo tra i giocatori del City per duelli e contrasti vinti, ed è interessante notare che molti dei successi siano arrivati grazie al proprio tempismo e alla sensibilità per l’anticipo. Con la palla ai piedi, invece, è primo nel reparto per accuratezza dei passaggi sui 90 minuti.
Curtis Jones, Liverpool
Il Liverpool è stato protagonista di un mercato estivo che definire faraonico è un eufemismo: eppure, in un inizio di stagione molto meno entusiasmante del previsto, a rivelarsi come uno dei profili più affidabili per Arne Slot è stato un giocatore presente nel roster dal 2019, Curtis Jones. A spiccare è sopratutto la sua intelligenza posizionale, grazie alla quale sa sempre dove farsi trovare all’interno del campo. Inoltre, è fondamentale per gestire il pallone con la calma e la tranquillità necessarie ad una costruzione efficace: senza di lui, il Liverpool appare innegabilmente più frenetico, e gli ormai noti problemi di impostazione si palesano con maggiore frequenza. Un esempio del suo straordinario impatto può essere ritrovato nella partita contro l’Eintracht Francoforte: nel 5-1 finale ha toccato il pallone 139 volte, completato 127 passaggi su 132 e percorso 11 km.
Leandro Trossard, Arsenal
Dopo una grande stagione 2024/2025, Trossard sembrava uscito dai radar di Arteta, che però è tornato sui suoi passi dopo la grande prestazione con il Manchester City. Il gioco di Trossard, del resto, si basa su due coordinate che non vanno mai fuori moda: tempismo e intelligenza tattica. Sa leggere lo spazio istintivamente, occupare i mezzi spazi e relazionarsi con i compagni in maniera armonica. The Athletic lo definisce un connettore naturale, e in effetti osservando il suo gioco si percepisce come tra dribbling, decision making, tiro e palleggio la sua presenza in campo sia a tutti gli effetti più che fondamentale.
Guglielmo Vicario, Tottenham Hotspurs
Guglielmo Vicario è il secondo portiere per numero di gol prevenuti in Premier League, dietro soltanto a Dean Henderson del Criytal Palace. Per capire il suo impatto, basti pensare che il Tottenham è tra le peggiori squadre per expected goals concessi, ma tra le migliori per reti incassate: molta di questa discrepanza è dovuto all’eccezionale talento del portiere italiano, rientrato in maniera formidabile dopo l’infortunio dello scorso anno.
Leny Yoro, Manchester United
Non vi diciamo niente di nuovo nell’affermare che il Manchester United è immerso nel consueto disastro, tra risultati che non arrivano e performance che sfiorano il surreale (ovviamente, in negativo). Leny Yoro è una delle poche luci che si vedono nel lato rosso di Manchester in questo periodo: impiegato soprattutto per alzare la linea, ha dato prova di avere passo e capacità di lettura ragguardevoli, oltre a una capacità decisionale che spicca ancora di più in un contesto disfunzionale come quello dello United.
Malo Gusto, Chelsea
La capacità connettiva di Malo Gusto è una delle pietre angolari di questo Chelsea, che ha vinto tutte le partite di campionato in cui il francese era tra i titolari. La sua trasversalità posizionale gli permette di giocare terzino, centrocampista o ala a seconda del contesto e della necessità, mantenendo invariata la sua capacità di incidere. Partendo da questo assunto, Maresca può garantirsi una maggiore adattabilità agli avversari e cambiare il proprio piano gara anche in corsa. Un altro aspetto da sottolineare è la sua velocità nel recupero difensivo, in costante crescita.