Occorre avere resistenza, coordinazione, forza, ma anche tanta grazia e flessibilità. E naturalmente, un’ottima capacità di stare in apnea. Il nuoto sincronizzato è uno sport che richiede prestazioni combinate e una grande tecnica. Ciò che ne risulta è un vero spettacolo, uno degli show sportivi più ammalianti e stupefacenti. La sua attività agonistica è regolata dalla FINA a livello internazionale, mentre è la FIN (Federazione Italiana Nuoto) ad occuparsi dell’agonismo nazionale e locale. Il quale, stando a quanto afferma la federazione stessa, è in vera e propria espansione.
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Sincronizzato, il nuoto intrecciato con la danza
In Italia, e in particolare nella provincia di Roma, c’è attualmente un vero e proprio boom di adesioni al nuoto sincronizzato. Secondo quanto riportato dal Messaggero, le iscrizioni dell’ultimo anno sono aumentate del 40%. In particolare sono i corsi agonistici ad essere i più gettonati, con aumenti esponenziali di iscritte dai 6 ai 16 anni. Non a caso: l’Italia vanta un’ottima nazionale di nuoto sincronizzato (agli scorsi Europei di Glasgow le sincronette azzurre hanno conquistato 4 medaglie tra argento e bronzo). Un boom che vede tuttavia profilarsi all’orizzonte (un orizzonte non troppo lontano) la problematica della carenza di impianti adeguati e istruttori qualificati.
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Ma questa disciplina che coniuga amore per l’acqua e per la danza è più che pronta ad aprirsi al mondo maschile. Per quanto suoni anacronistico infatti è solo dal 2015 che le gare ufficiali internazionali contemplano la presenza di atleti uomini. I Campionati Mondiali di Kazan sono stati i primi a vedere la performance di un duo misto. Per quanto riguarda l’Italia, la stella del nuoto sincronizzato maschile c’è già, si chiama Giorgio Minisini, e insieme a Manila Flamini ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali di Nuoto di Budapest 2017.
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