
La stagione di Aryna Sabalenka, nonostante la sua posizione dominante di numero uno nel circuito WTA, continua a essere caratterizzata da una marcata alternanza di prestazioni eccellenti e battute d’arresto inaspettate, soprattutto nelle fasi cruciali dei tornei. Un paradosso che la vede spesso arrivare a un passo dal trionfo per poi inciampare, un aspetto che la stessa giocatrice bielorussa fatica a digerire.
Il peso delle sconfitte in finale è innegabile e ha segnato profondamente il suo percorso. La delusione più cocente è arrivata agli Australian Open, dove ha ceduto il passo a Madison Keys, e al Roland Garros, torneo in cui è stata superata da Coco Gauff. Ma il trend negativo non si limita ai Major: Sabalenka ha visto sfumare altre opportunità importanti, come le finali di Indian Wells, persa contro la giovane e talentuosa Mirra Andreeva, e quella di Stoccarda, dove Jelena Ostapenko ha avuto la meglio. Questi risultati, pur essendo finali di tornei prestigiosi, hanno lasciato l’amaro in bocca, evidenziando una certa fragilità psicologica nei momenti decisivi.
WTA 500 Berlino, Sabalenka fuori
Il WTA 500 di Berlino, primo torneo stagionale sull’erba per Sabalenka, non ha fatto eccezione a questa altalenante serie di risultati. Dopo una partita epica contro Elena Rybakina, vinta al tie-break del terzo set annullando ben quattro match point, sembrava che la bielorussa avesse finalmente ritrovato la giusta mentalità per imporsi. La sua corsa sui prati tedeschi, invece, si è fermata in semifinale, un risultato che ha lasciato molti a bocca aperta.
A fermare la sua ascesa è stata la ceca Marketa Vondrousova, attuale numero 164 del mondo. Nonostante la netta differenza di ranking, Vondrousova è riuscita a ribaltare il pronostico della vigilia, imponendosi con un perentorio 6-2 6-4. Sebbene il punteggio possa suggerire una vittoria agevole per la ceca, è fondamentale contestualizzare l’accaduto. Vondrousova non è certo una novellina sull’erba: è la campionessa in carica di Wimbledon (2023), il che testimonia la sua abilità e il suo feeling con questa superficie. Tuttavia, considerando il momento di forma delle due giocatrici e i precedenti (4-3 in favore di Sabalenka), la sconfitta resta comunque una sorpresa, ribadita anche dalle quote sbilanciate che vedevano la bielorussa nettamente favorita.
Nervosismo e mancanza di reazione: le chiavi della sconfitta
La prestazione di Sabalenka a Berlino è stata caratterizzata da evidenti segni di nervosismo e confusione, elementi che hanno contribuito in modo significativo alla sua deludente sconfitta. Se da un lato va riconosciuto il merito di Vondrousova per aver giocato una partita solida, riuscendo a disinnescare un’arma letale come il servizio di Sabalenka, dall’altro ci si aspettava una reazione diversa da parte della numero uno al mondo. Quella reazione che spesso la contraddistingue nei momenti di difficoltà , e che questa volta è mancata.
La frustrazione della bielorussa era palpabile, chiaramente amareggiata per una sconfitta che non è riuscita affatto a digerire. Questa è la sua prima sconfitta stagionale in una semifinale WTA, un dato che evidenzia quanto sia raro vederla fermarsi così precocemente in un torneo. Ancora più significativa è la statistica che la vede perdere contro un’avversaria classificata fuori dalle prime 150 del mondo per la prima volta dal lontano 2019. Questi dati sottolineano la gravità di questa battuta d’arresto e alimentano le discussioni sulla sua capacità di gestire la pressione e le aspettative che derivano dal suo status di numero uno.
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