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F1, la strategia della Ferrari per il 2020. La convivenza tra Vettel e Leclerc e l’evoluzione della SF90

Perseverare evitando gli errori che hanno chiuso la lotta per il mondiale troppo presto. La classifica costruttori è già in mano alla Mercedes, mentre a Hamilton per confermarsi campione del mondo manca solo la matematica, che potrebbe arrivare domenica in Messico. E’ già tempo di bilanci e di programmazione futura quindi, ma la Ferrari pare affacciarsi al 2020 senza rivoluzioni in vista.

Si riparte dalla SF90

A confermarlo sono le parole del team principal, Mattia Binotto. “La monoposto 2020 sarà un’evoluzione di quella attuale. Non credo che la nostra idea di fondo sia stata sbagliata, ci sono altre ragioni per cui non abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati”, ha dichiarato in un’intervista ad AS. Una risposta a chi parlava di drag, la resistenza aerodinamica generata dall’ala, troppo bassa per la rossa. “Non abbiamo un vantaggio di motore così grande come si sente dire, sicuramente la nostra power unit ha una buona velocità, ma a far la differenza è la filosofia della vettura a livello aerodinamico”, ha detto Binotto rivendicando le scelte fatte nella costruzione della SF90.

Il dualismo Vettel-Leclerc

Ma non c’è solo la fredda progettazione a tenere banco a Maranello. L’organizzazione di una stagione che per la rossa non può più essere quella del ‘vorrei ma non posso’ ma che ha l’obbligo di concretizzarsi nell’atteso rilancio passa anche, e soprattutto, dalla gestione di Charles Leclerc e Sebastian Vettel. A marzo nessuno si aspettava la grande personalità del giovane monegasco. Nonostante le sue doti fossero note nessuno poteva pronosticare un suo exploit così evidente, neanche il suo compagno di squadra. Vettel, abituato per anni ad avere al suo fianco un campione nel finale della sua carriera, quel Kimi Raikkonen perfettamente consapevole del suo ruolo di seconda guida della scuderia, ha dimostrato di soffrire un ‘galletto’ in rampa di lancio come Leclerc. I reciproci screzi hanno fatto male alla rossa, nonostante una situazione già ampiamente compromessa su entrambi i fronti mondiali.

La gestione dei due è la grande sfida di Binotto. “Averli entrambi è un lusso”, continua a ripetere il team principal. Ma se i due piloti portano avanti una guerra fratricida, allora a perderci è tutto il team. Una parte di responsabilità negli screzi di quest’anno, a Monza così come in parte a Sochi, andrebbe attribuita anche al team. Decidere chi debba vincere prima che i semafori della gara si accendono è un azzardo troppo grande con due piloti che fanno fatica a contenersi nel ruolo di comprimario.

Vettel è un quattro volte campione del mondo frustrato dall’ascesa del ‘predestinato’ Leclerc, così come lo chiama Binotto. Ma il tedesco sa far valere la sua esperienza e in mancanza di collaborazione da parte del giovane collega, sa farsi rispettare in pista con qualche piccolo dispetto, vedi il Gp di Sochi. La guerra intestina è quanto di più dannoso possa esistere per un team che punta a tornare a vincere il prossimo anno.

La Mercedes approfitta dei dissidi interni

Gli avversari questo lo sanno bene e dall’alto della loro attuale superiorità lo rimarcano, tanto per aggiungere del pepe alla vicenda. “Penso che avere due piloti alfa, in continua competizione tra loro, possa creare un’escalation di tensione nella squadra. La cosa positiva è che Leclerc e Vettel continuano a togliersi punti a vicenda, e per noi questo è un vantaggio”, ha dichiarato il direttore esecutivo della Mercedes, Toto Wolff.

Nuove regole dal 2021

Intanto con l’abile regia di un grande ex di casa Ferrari, Jean Todt, è stato trovato un accordo tra i team per le modifiche del regolamento a partire dal 2021. Oltre a tutta una serie di accorgimenti tecnici e finanziari, la notizia è l’intoccabilità del veto Ferrari. La scuderia di Maranello mantiene così il suo diritto esclusivo, che può essere esercitato in caso di cambiamenti per le Power Unit e in caso di modifiche alle regole finanziarie che possano danneggiare gli interessi della rossa o pregiudicare il valore e l’immagine della Formula 1 stessa. Un potere che rende bene l’idea di quale sia l’importanza della rossa nel circus, un’importanza che da tanti anni non viene tradotta in titoli iridati.