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Tennis, è nata una stella. Sinner vince le Next Gen Finals: “Non ho mai giocato così bene”

È nata una stella. Milano conferma: il futuro è tutto di Jannik Sinner, talento purissimo del tennis azzurro. La favola del 18enne altoatesino continua e vive la sua pagina più bella – in attesa delle prossime soddisfazioni – nell’ultimo atto delle Next Gen Finals. Sinner si impone sul favorito, il 20enne australiano Alex De Minaur, finalista nell’ultima edizione, dove venne sconfitto da Stefanos Tsitsipas e numero 18 del ranking, con una prestazione magistrale.

“De Minaur è un giocatore straordinario, veloce, è dura fargli il punto. Ma io ho pensato soltanto al mio gioco, a fare meno errori possibile. La mia settimana – ha raccontato il campioncino – è stata perfetta, e probabilmente sì, non ho mai giocato così bene. Sapevo che era importante partire forte e, dopo qualche problema in avvio, ho provato a utilizzare al meglio il servizio e i colpi di inizio gioco. Non ho mai avuto – ha detto stupito – questa attenzione e questo seguito, in tribuna e dai giornalisti. A me piace, mi diverto. Non so se gente come Federer o Nadal si divertano ancora, dopo tanti anni nel Tour, ma io sono all’inizio e mi trovo a mio agio”.

Una finale senza storia, un’autentica lezione di tennis, quella inflitta dall’astro nascente azzurro a un avversario fino a stasera imbattuto nel torneo e capace di conquistare in questa stagione tre titoli Atp (Sydney, Atlanta e Zhuhai) e di arrivare in finale a Basilea. L’ennesimo ‘scalpo’ che Sinner aggiunge alla collezione, dopo quelli di Tiafoe, Ymer e Kecmanovic. Con Humbert è stata sconfitta, ma indolore.

Il 18enne di San Candido, ancora per poco numero 95 del ranking, non ha lasciato scampo all’australiano, sempre costretto ad inseguire e travolto in tre set con il punteggio di 4-2, 4-1, 4-2, facendo impazzire lungo l’ora e 4 minuti del match i cinquemila dell’Allianz Cloud. Serviva l’impresa e impresa è stata. E così l’azzurrino allenato da Riccardo Piatti aggiunge la perla più preziosa ad una stagione che anche senza trionfo si sarebbe potuta definire strepitosa.

Sinner, partito fuori dai primi 500 del ranking mondiale, ha bruciato le tappe. Stupendo tutti, ha raggiunto la prima semifinale Atp ad Anversa il mese scorso dopo essersi aggiudicato due titoli challenger (Bergamo e Lexington), vinto il suo primo match in un Masters 1000 (Roma) e preso parte al suo primo main draw Slam (Us Open). Ma il diamante azzurro non ha alcuna intenzione di accontentarsi, e di fermarsi. Milano ha salutato il primo titolo di un probabile campionissimo. E il precedente è beneugurante: nell’allora Palalido, 18 anni fa, a sollevare il trofeo fu un certo Roger Federer.

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